“Un cristiano è una persona di Avvento incessante, vale a dire costantemente in viaggio, costantemente in attesa”. Lo ha scritto il vescovo di Irkutsk, mons. Kirill Klimovitch, nella lettera pastorale per i fedeli all’inizio dell’Avvento. Tra le tante indicazioni che offre per questo “viaggio”, è quello della “gentilezza”, un valore “insostituibile nel nostro cammino terreno”. “Il periodo difficile della pandemia lo ha mostrato concretamente, quando molte persone, attraverso il servizio disinteressato e gli atti d’amore, si sono fatti del bene gli uni per gli altri”, ricorda il vescovo che indica la gentilezza come “stile del nostro pensiero e comportamento nella nostra vita ordinaria”. Il vescovo scrive anche che “l’Avvento ha bisogno della nostra partecipazione, perché non tutto viene da sé”: creatività e pazienza, sono altre due parole che il vescovo indica. E poi scrive del Sinodo appena avviato, “una sorta di cammino di Avvento, in cui usciamo per incontrare il Signore che viene, prepariamo noi stessi e le nostre comunità ad accoglierlo, perché Egli viva con noi”. Mons. Klimovitch ribadisce che “il cammino sinodale non riguarda solo sacerdoti o monaci”, ma tutti; però esorta “sacerdoti e monaci, a creare le condizioni per conversazioni e riflessioni comuni, in modo che insieme possiamo costruire comunità vibranti e attive”.