Porgo un cordiale saluto a tutti voi, cari Fratelli e Sorelle, radunati in questa solenne Eucaristia, per inaugurare l’Anno del Giubileo d’Oro del Rinnovamento nello Spirito in Italia (1972-2022). Ringrazio gli organizzatori delle celebrazioni giubilari, a partire dal vostro Presidente e mio caro amico, il Prof. Salvatore Martinez, di aver scelto per questa inaugurazione del vostro Anno giubilare, la Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, che è il più antico Santuario mariano – madre di tutti i Santuari mariani del mondo cristiano. Sono molto lieto di potermi unire al vostro Magnificat, al vostro di rendimento di grazie per il generoso servizio del Rinnovamento alla missione della Chiesa in Italia e nel mondo in questi 50 anni. Tra le antiche mura di questa Basilica, il vostro Magnificat ha una portata e un significato particolare… Il Giubileo d’Oro del Rinnovamento nello Spirito in Italia… Oggi, dopo 50 anni di storia, siete un grande popolo che ha scoperto, che la Pentecoste non è un evento del passato, ma un evento sempre vivo e presente nella Chiesa. Quante vite cambiate! Quanta gioia del Vangelo nata nei cuori di tanti battezzati, uomini e donne, giovani e adulti! Quanto slancio missionario! Ne sono testimone anch’io! In questo momento mi tornano in mente tanti incontri vissuti con voi, in particolare quelli di Rimini! E ve ne sono grato! Stasera siamo qui, in questa antica Basilica romana, per cantare insieme con Maria il suo Magnificat di rendimento di grazie per le grandi opere che Dio ha compiuto in ciascuno di voi e tramite voi nella Chiesa in Italia e nel mondo.
«Come sono grandi le tue opere, Signore…»
(Sal 92,6) 1. Nella casa di Elisabetta, traboccante di gioia nello Spirito Santo, Maria ha cantato il suo Magnificat di lode e di rendimento di grazie: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore…” (Lc 1,46-47). E stasera, inaugurando l’Anno del Giubileo d’Oro del Rinnovamento nello Spirito in Italia, vogliamo unire le nostre voci a questo canto della Vergine di Nazaret. Maria canta: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…” (Lc 1,49) e in questo modo ci ricorda che celebrare un Giubileo nella Chiesa vuol dire risvegliare la memoria e lo stupore per le grandi opere che Dio ha compiuto nella nostra vita, nella vita della Chiesa e nella vita del mondo… La memoria… Lo stupore… Quanto sono importanti nella vita cristiana! La memoria costruisce la nostra identità. Facendo memoria della nostra storia, sappiamo chi siamo, qual è la nostra missione e la nostra vocazione nella Chiesa e nel mondo… Con lo stupore nasce il rendimento di grazie per le grandi opere che Dio realizza in noi e nel mondo… In occasione di questo Giubileo facciamo, dunque, memoria delle origini del Rinnovamento nello Spirito in Italia nel 1972: una potente e feconda “corrente di grazia” della Chiesa post-conciliare. Ricordiamo con gratitudine i laici, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, grazie ai quali il Rinnovamento è nato. Ringraziamo i Vescovi italiani che hanno saputo riconoscere in questo “popolo di Pentecoste”, che cresceva in modo sorprendente, un vero dono dello Spirito Santo per i nostri tempi. Ringraziamo i Pontefici del post-concilio: San Paolo VI che ha desiderato tanto portare il Rinnovamento nel cuore della Chiesa; San Giovanni Paolo II che vedeva in voi un “dono dello Spirito Santo e segno di speranza per la Chiesa e per l’umanità”; Papa Benedetto XVI che lo definiva come un “modo forte di vivere la fede” e adesso Papa Francesco che vede in voi “una grazia pentecostale per tutta la Chiesa” e “un dono e una ricchezza nella Chiesa”. 2. Oggi, dopo 50 anni, il Rinnovamento è una realtà diffusa in Italia in maniera capillare; è un enorme popolo e un’importante forza missionaria a servizio della Chiesa. Come non restare stupiti dinanzi alla quantità e qualità dei frutti che ha generato nella vita dei cristiani e delle comunità cristiane. Il principio evangelico: “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16) rimane sempre valido! Sono tante le persone che, grazie al Rinnovamento, hanno incontrato Cristo e hanno trovato la fede, oppure sono ritornate alla Chiesa e alla pratica dei sacramenti dopo lunghi anni. Sono tante le persone che da un cristianesimo puramente anagrafico, sono passate a un cristianesimo “adulto”, convinto e impegnato. Quanti frutti di autentica santità di vita! Quanti matrimoni e quante famiglie ricostruite nella fedeltà all’amore reciproco! Quante vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata e alle nuove forme di vita laicale secondo i consigli evangelici! Quanta fantasia missionaria nella ricerca di vie sempre nuove dell’annuncio e della testimonianza cristiana in un mondo che in modo sempre più radicale rifiuta Dio! Quanto coraggio nel dire al mondo che essere cristiani è bello e che vale la pena esserlo! E voi, cari Amici del Rinnovamento nello Spirito, stasera presentate questi frutti in questa solenne Eucaristia, per inserirli nel vostro Magnificat di rendimento di grazie cantato insieme con Maria in questa Basilica. 3. Il Giubileo d’Oro del Rinnovamento nello Spirito in Italia – come ogni Giubileo vissuto nella Chiesa – si presenta anche come una forte sfida. In che cosa consiste questa sfida? Con il passare degli anni si manifesta sempre più non solo la potenza della Grazia, ma anche la nostra fragilità umana, la stanchezza, a volte anche la routine del quotidiano che paralizzano il nostro slancio ed entusiasmo missionario. Apparentemente tutto va bene, ma in realtà qualcosa si spegne dentro di noi. Papa Francesco ha parlato una volta di due tipi di stanchezza: una stanchezza buona è quella di un discepolo di Cristo che senza riserve si dedica al lavoro missionario. Essa porta tanti frutti nella vita, ci fa crescere come cristiani e riempie il cuore di una gioia profonda. Ma c’è anche una stanchezza cattiva, pericolosa, una stanchezza paralizzante che estingue la capacità di desiderare cose grandi, impedisce di volare verso le alte vette della santità e ci rinchiude nella mediocrità… È un vero pericolo! Il Libro dell’Apocalisse si riferisce a tale stanchezza quando dice: “Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti di aver abbandonato il tuo primo amore” (Ap 2,3-4). Il vostro Giubileo d’Oro va vissuto, dunque, come un ritorno al “primo amore”, all’amore dell’inizio… Questo Giubileo è un richiamo per tutti voi a riscoprire con rinnovato stupore ed entusiasmo l’affascinante bellezza di questa straordinaria “corrente di grazia”, che ormai da 50 anni anima la vostra vita e la vita della Chiesa… Il Santo Padre insiste: “La novità delle vostre esperienze non consiste nei metodi e nelle forme /…/ che pure sono importanti, ma nella disposizione a rispondere con rinnovato entusiasmo alla chiamata del Signore…” (Discorso ai partecipanti al III Congresso Mondiale dei Movimenti ecclesiali e delle Nuove Comunità, 22 novembre 2014). Perciò bisogna tornare sempre alla sorgente dalla quale il Rinnovamento è nato. Affidiamo, dunque, alla Vergine di Nazaret – la “piena di grazia”, “la prima e la più grande carismatica della storia” (San Giovanni Paolo II) – questa celebrazione dell’Anno del Giubileo d’Oro del Rinnovamento nello Spirito in Italia, perché porti frutti copiosi di comunione e di rinnovato impegno nella vita e nella missione della Chiesa. Che non vi manchi mai – come nella vita della Vergine Maria – quel santo stupore della fede di fronte alla grandezza delle opere che il Signore compie per noi: “Quanto sono grandi le tue opere, Signore…” (Sal 92,6).
Card. Stanisław Ryłko, arciprete Basilica Papale di Santa Maria Maggiore