Sarà dedicata al Belucistan, la più grande provincia del Pakistan, “scenario di una protesta di tanti che chiedono verità e giustizia per i propri cari rapiti perché in opposizione al governo centrale”, l’intenzione di preghiera per la pace del 27 novembre per il consueto appuntamento mensile voluto dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino e portato avanti dalla Commissione diocesana per lo “Spirito di Assisi”.
Nel suo messaggio, mons. Sorrentino sottolinea che questo appuntamento “non vuole certo indicare a Dio i conflitti armati, le sofferenze e le situazioni di violenza di tante parti del mondo. Egli ben conosce le fatiche dei suoi figli. Si aspetta però la nostra responsabilità e la nostra solidarietà, a favore di quanti soffrono per conflitti dimenticati e ‘distrazioni’ colpevoli causate spesso da interessi economici e geopolitici”. “Tra i poveri che Papa Francesco è venuto ad abbracciare e a consegnare al nostro abbraccio il 12 novembre scorso ad Assisi – aggiunge il vescovo –, ci sono, idealmente, anche loro”. “Il nostro incontro di preghiera – prosegue mons. Sorrentino – raccoglie le nostre voci fragili e le fa diventare una supplica ardente, fatta nella lingua e secondo la tradizione di ciascuno/a, rivolta all’unico Dio che ci ama e chiede amore. Tra le crisi dimenticate vi è certamente quella del Belucistan, la provincia più povera e più grande del Pakistan, una terra popolata da uomini e donne di diverse fedi”. “Sin dal 1947 – spiega – la popolazione chiede una forma di autonomia e attualmente è scenario di una protesta di tanti che chiedono verità e giustizia per i propri cari rapiti perché in opposizione al governo centrale. Protagoniste delle azioni pacifiche di dissenso sono alcune donne mentre continuano a imperversare azioni terroristiche, attività di guerriglia da parte di un esercito di liberazione e la repressione dell’esercito e della polizia nazionale”. “Invitiamo tutti a pregare – conclude il vescovo – affinché vengano armonizzate le diversità che compongono il tessuto sociale e religioso degli abitanti del Belucistan, vengano riconosciuti e garantiti tutti i diritti umani e si instauri un dialogo in grado di generare la pace”.
Come di consueto non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nell’arco della giornata del 27 novembre.