Colombia: ieri celebrazioni per 5 anni accordo di pace. Guterres (Onu), “nulla può giustificare violenza di oggi”. Il Cinep denuncia lentezza nell’applicazione

“Niente può giustificare la violenza o l’azione dei gruppi armati oggi in Colombia”. Lo ha detto ieri, a Bogotá, nel corso delle celebrazioni per il quinto anniversario della firma dell’accordo di pace tra Governo e Farc, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. “Bisogna riconoscere – ha aggiunto – che la violenza che stiamo vedendo in Colombia è essenzialmente una combinazione di gruppi armati con il traffico di droga e credo che sia importante fare di tutto per combattere queste azioni. Il governo della Colombia deve determinare quale sia il modo migliore”. Guterres, che ha visitato alcune comunità particolarmente colpite dal conflitto, nel nord del dipartimento di Antioquia, ha chiesto che la sicurezza per gli ex combattenti delle Farc venga raddoppiata in modo che possano avere una “seconda possibilità” nella vita.
Sempre nella giornata di ieri il Cinep-Programa por la paz, l’istituto sulla pace affiliato ai gesuiti, ha reso noto un rapporto in cui documenta la lentezza con cui prosegue l’applicazione del trattato di pace. Per quanto riguarda la riforma agraria, sono stati recuperati per il Fondo della terra 1.385.066 ettari, invece dei 3 milioni previsti dall’accordo. La distribuzione avviene ancora più lentamente e, andando avanti con l’attuale ritmo, nei 12 anni previsti per il completamento del progetto si redistribuirà solo il 21,7% di quanto sancito dall’accordo. Il Cinep, inoltre, denuncia “la persistenza delle aggressioni ai leader ed ex combattenti. Tutto ciò rappresenta un rischio per l’apertura alla democrazia, per il Sistema integrale di verità, giustizia, riparazione e non ripetizione e per il reinserimento degli ex guerriglieri nella vita civile”. In dettaglio, secondo il registro del Cerac (Centro di risorse per l’analisi del conflitto), sono 291 gli ex guerriglieri uccisi dalla firma dell’accordo.
In definitiva, seguendo l’attuale trend, l’implementazione totale dell’accordo avrebbe bisogno di 26 anni di tempo, invece che dei 15 previsti. Questo anche perché tale implementazione “è disomogenea e in alcuni casi selettiva”, denuncia la ricercatrice del Cinep Vera Salmudio, anche per la scelta del Governo di dare impulso solo ad alcuni aspetti dell’accordo di pace.

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