Violenza su donne: Istat, nel 2020 più di 15mila hanno iniziato un percorso di uscita nei Centri antiviolenza. Quasi 3 su 4 vittime già prima della pandemia

Sono oltre 15mila le donne che nel 2020 hanno iniziato il percorso personalizzato di uscita dalla violenza presso i Centri antiviolenza (Cav) che aderiscono all’Intesa Stato-Regioni. Lo rende noto oggi l’Istat nel report “L’effetto della pandemia sulla violenza di genere” per gli anni 2020-2021”.
Stando ai dati diffusi, più del 90% delle donne, circa 13.700, si è rivolta a un Cav per la prima volta proprio nel 2020. Il 5,6% di queste ha iniziato il percorso di uscita dalla violenza a marzo e il 15% lo ha fatto tra aprile e maggio, superando le restrizioni previste a causa dell’emergenza sanitaria. “Gli interventi in emergenza sono stati infatti più frequenti in questi tre mesi”, rileva l’Istat, aggiungendo che “considerando i casi in cui è presente l’informazione sulla durata della violenza (circa 10.400), emerge che per il 74,2% delle donne, circa 7.700, la violenza non è nata con la pandemia ma pre-esisteva: il 40,6% delle donne subisce violenza da più di 5 anni, il 33,6% da 1 a 5 anni”.
“La risposta dei Cav – viene sottolineato – è stata efficiente: al 12,6% delle donne è stato offerto il servizio di pronto intervento e messa in sicurezza, al 14,2% il percorso di allontanamento dalle situazioni della violenza e al 18% il sostegno per l’autonomia. Per rispondere ai bisogni delle donne, i servizi maggiormente offerti dai Centri nel 2020 sono stati l’ascolto (97,1%) e l’accoglienza (82,8%)”.

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