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Parlamento Ue: Tsikhanouskaya (opposizione bielorussa), Lukashenko feroce dittatore. “Non siamo sicuri nel nostro Paese e nemmeno l’Europa lo è”

(Photo SIR/European Parliament)

(da Strasburgo) “In questo momento in Bielorussia ci sono più prigionieri politici – 882 – che deputati in quest’aula. Cittadini imprigionati per aver esercitato diritti politici fondamentali. Imprigionati e torturati. A nome loro e dei cittadini bielorussi che credono nelle libertà e lottano per i diritti in cui crede anche l’Europa, mi rivolgo a voi”. Sviatlana Tsikhanouskaya è la leader più conosciuta dell’opposizione democratica in Bielorussia. Rivolgendosi oggi al Parlamento europeo, riunito in seduta solenne a Strasburgo, illustra una situazione drammatica, segnata da diritti negati, violenze crescenti, povertà, minacce. “Non abbiamo più tempo. Non bastano le parole di solidarietà, abbiamo bisogno che l’Europa ci aiuti”. Dice, a chiare lettere, che Alexander Lukashenko è un dittatore (l’Ue non ha riconosciuto le elezioni presidenziali del 9 agosto 2020) “che non deve essere chiamato ‘presidente’, perché non lo è”. Un dittatore senza scrupoli, che fa uccidere chi gli si oppone, che tiene il Paese nella paura, chiude i media e usa i migranti per minacciare Polonia e Lituania, e con loro tutta l’Europa. “I bielorussi – afferma Tsikhanouskaya – non sono sicuri nel loro Paese e nemmeno all’estero. E non lo sono neppure gli europei. Il regime ha dimostrato di poter arrestare cittadini bielorussi in voli internazionali, punire i cittadini e usare i migranti per minacciare l’Europa. Possiamo essere paralizzati dalla paura o prendere nelle nostre mani il nostro destino”.

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