”Il mondo ha bisogno di questi uomini e di queste donne: uomini e donne in seconda linea, ma che sostengono lo sviluppo della nostra vita, di ognuno di noi e che con la preghiera, l’esempio, l’insegnamento ci sostengono nella strada della vita”. Con queste parole, pronunciate a braccio, il Papa ha spiegato il ruolo di San Giuseppe, nella seconda catechesi a lui dedicata, pronunciata in Aula Paolo VI, durante l’udienza generale di oggi. “La figura di Giuseppe, seppur apparentemente marginale, discreta, in seconda linea, rappresenta invece un tassello centrale nella storia della salvezza”, la tesi di Francesco, che ha fatto notare come “Giuseppe vive il suo protagonismo senza mai volersi impadronire della scena”. “Se ci pensiamo – ha osservato il Papa – le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste”. “Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera”, ha esclamato Francesco: “Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti”. “Tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà”, ha assicurato il Papa: “Egli ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in seconda linea hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza”.