Domani, alle 16, Papa Francesco incontrerà al Pontificio Collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae 71 giovani di 41 Paesi dei 5 Continenti. Saranno rappresentati: Germania, Argentina, Brasile, Colombia, Cuba, Danimarca, Canada, Spagna, Equador, Haiti, Indonesia, Italia, Iraq, Liberia, India, Guatemala, Egitto, Giappone, Irlanda, Israele, Messico, Mozambico, Panama, Paraguay, Portogallo, Polonia, Regno Unito, Stati Uniti, Repubblica Dominicana, Sudafrica, Nigeria, Uruguay, Ruanda, Australia, Emirati Arabi Uniti, Venezuela, Vietnam, Kenya e Zimbabwe.
Parteciperanno giovani tra i 16 e 27 anni, provenienti da diversi contesti socio-economici, rifugiati, studenti di prestigiose università e giovani esclusi dal sistema educativo. I partecipanti – informano i promotori dell’iniziativa – appartengono a diverse culture e fedi religiose: ebraica, musulmana, cristiana, indù, buddista, agnostica e altre. Fino al 28 novembre, condivideranno in presenza le diverse esperienze vissute fino ad oggi durante la pandemia e gli insegnamenti appresi nelle loro distinte comunità. “Il Santo Padre – si legge in una nota – terrà un incontro con i giovani sul mondo che essi immaginano e come convertiranno la loro prospettiva in azioni concrete da mettere in atto al rientro nei loro Paesi”. Cinquanta di questi giovani inizieranno un anno di formazione umana e politica ispirata all’enciclica Fratelli Tutti con l’obiettivo di “creare una risposta che sia al passo con i tempi e inclusiva delle periferie geografiche e sociali”. Saranno presenti specialisti delle nuove sfide della politica digitale, della democrazia diretta, delle nuove economie, dell’impatto delle cripto valute e dell’importanza della connessione tra il mondo virtuale e quello reale.
Le conclusioni di queste giornate di lavoro verranno condivise con il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e con i direttori mondiali di Scholas, José María del Corral e Enrique Palmeyro, al fine di essere pubblicate in futuro.