“Il dispositivo per la ripresa e la resilienza, con una dotazione di 723,8 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti, svolgerà un ruolo centrale nella costruzione di un’economia resiliente imperniata sull’equità”, afferma la Commissione nel presentare il pacchetto del semestre europeo. “Mediante l’integrazione delle priorità dell’Ue nel dispositivo per la ripresa e la resilienza, il semestre europeo orienterà più efficacemente gli Stati membri nella realizzazione concreta della transizione verde e digitale e nella costruzione di un’economia dell’Unione più resiliente”. Ad oggi la Commissione ha avallato 22 piani nazionali di ripresa e resilienza, fra cui quello dell’Italia, tutti approvati dal Consiglio. Dall’agosto 2021 sono stati così sbloccati ed erogati prefinanziamenti per 52,3 miliardi a favore di 17 Stati membri. Complessivamente i piani approvati finora dal Consiglio rappresentano 291 miliardi in sovvenzioni e 154 miliardi in prestiti. “L’attenzione si concentra ora sull’attuazione dei piani di ripresa in loco”. La Commissione sottolinea: “I prefinanziamenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza hanno già iniziato a fornire preziosi contributi alle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva delineate nell’analisi annuale della crescita sostenibile: sostenibilità ambientale, produttività, equità e stabilità macroeconomica”. La Commissione invita inoltre gli Stati membri “a garantire che le riforme e gli investimenti nazionali riflettano le priorità individuate nell’analisi annuale della crescita sostenibile”.
Fra i documenti presentati oggi figura la relazione sul meccanismo di allerta, una misura di vaglio per individuare potenziali squilibri macroeconomici. “La relazione di quest’anno conclude che gli esami approfonditi sono giustificati per 12 Stati membri: Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia. Questi Stati membri sono stati oggetto di un esame approfondito nel precedente ciclo annuale di attuazione della procedura per gli squilibri macroeconomici, che ha attestato la presenza di squilibri (Croazia, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia) o di squilibri eccessivi (Cipro, Grecia e Italia). I nuovi esami approfonditi valuteranno il modo in cui tali squilibri si sono sviluppati e ne analizzeranno la gravità, l’evoluzione e la risposta politica fornita dagli Stati membri, al fine di aggiornare le valutazioni esistenti ed esaminare eventuali esigenze politiche ancora da soddisfare”.
Invece la relazione comune sull’occupazione “conferma che il mercato del lavoro è in fase di ripresa, anche se l’occupazione non è ancora tornata ai livelli pre-crisi. La crisi Covid-19 ha colpito in particolare i giovani, i lavoratori atipici, i lavoratori autonomi e i cittadini di Paesi terzi. I settori con una forte domanda registrano già carenze di manodopera. Al tempo stesso alcune imprese riemergono dalla crisi con notevoli difficoltà finanziarie; alcuni lavori potrebbero scomparire mentre altri saranno creati tramite la transizione verde e digitale. In questo contesto, acquistano una particolare importanza le politiche attive del mercato del lavoro e in particolare il sostegno alle transizioni professionali”.