“Oggi, è in atto una rivoluzione – sì, una rivoluzione – che sta toccando i nodi essenziali dell’esistenza umana e richiede uno sforzo creativo di pensiero e di azione”. Ne è convinto il Papa, che, nel videomessaggio inviato ai partecipanti all’Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la cultura sul tema “Verso un umanesimo necessario”, fa notare che “stanno mutando strutturalmente le modalità di intendere il generare, il nascere e il morire”: “È messa in discussione la specificità dell’essere umano nell’insieme del creato, la sua unicità nei confronti degli altri animali, e persino la sua relazione con le macchine”. “Ma non possiamo limitarci sempre e solo alla negazione e alla critica”, la proposta: “Ci è chiesto piuttosto di ripensare alla presenza dell’essere umano nel mondo alla luce della tradizione umanistica: come servitore della vita e non suo padrone, come costruttore del bene comune con i valori di solidarietà e di compassione. Per questo avete posto al centro della vostra riflessione alcune questioni essenziali”. “Accanto alla domanda su Dio – che rimane fondamentale per la stessa esistenza umana, come ricordava spesso Benedetto XVI – oggi si pone in modo decisivo la domanda sullo stesso essere umano e la sua identità. Cosa significa oggi essere uomo e donna come persone complementari e chiamate alla relazione? Che senso hanno le parole paternità e maternità? E poi ancora, qual è la condizione specifica dell’essere umano, che lo rende unico e irripetibile nei confronti delle macchine e anche delle altre specie animali? Qual è la sua vocazione trascendente? Da dove deriva la sua chiamata a costruire rapporti sociali con gli altri?”. Per rispondere a questa domanda, conclude il Santo Padre, “l’umanesimo biblico e classico oggi deve aprirsi sapientemente per accogliere, in una nuova sintesi creativa, anche i contributi della tradizione umanistica contemporanea e di quella di altre culture”.