Sono sempre più numerose le persone che in Polonia esprimono la propria contrarietà ai respingimenti dei migranti ammassati lungo il confine con la Bielorussia decisi dal governo di Matusz Morawiecki. “Il Vangelo non ci permette di rimanere insensibili” quando “alla frontiera con la Bielorussia periscono delle persone”, scrivono oggi i firmatari della “Lettera aperta dei cristiani e delle cristiane ai fratelli nella fede”. L’appello alla solidarietà con i migranti è accompagnato dall’invito a una “Preghiera senza frontiere” lanciata su Fb, all’indirizzo: https://fb.me/e/4LCdgpAgj
I firmatari della Lettera, cattolici del circolo degli intellettuali di Varsavia, giornalisti, personaggi dello spettacolo, professori universitari, sacerdoti, religiosi e religiose, osservano che “le guardie di frontiera polacche spesso non permettono ai medici, agli operatori umanitari e ai legali di accedere” a coloro che “si sono trovati intrappolati” al confine tra la Polonia e la Bielorussia e che “urgentemente necessitano aiuto”. I promotori dell’appello sono “consci che la situazione alla frontiera orientale è stata provocata dalle autorità bielorusse” ma “con sollecitudine ricordano che coloro che si trovano al centro del gioco politico sono in pericolo di vita”.
Citando il Vangelo di Matteo – “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” – sottolineano che “la comunità cristiana vive grazie alla testimonianza di fede”, e che “la fede senza le opere è morta”. Rifacendosi alle parole del primate di Polonia, del presidente dei vescovi e del responsabile per la pastorale dei migranti della Conferenza episcopale polacca, i promotori di quest’ultima iniziativa a favore dei migranti nella zona di confine polacco-bielorusso chiedono ai politici di trovare una soluzione alla crisi umanitaria in atto, di creare dei corridoi umanitari e nuovi centri per migranti sul territorio della Polonia, di fermare i respingimenti alla frontiera mentre invitano tutti a “mettere in moto l’immaginazione della misericordia” per “trovare delle soluzioni nuove a sostegno delle vittime della crisi umanitaria in atto”.