Si è aperta ieri a Città del Messico, con una messa celebrata nella basilica di Guadalupe, presieduta dal presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), mons. Miguel Cabrejos, la prima Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi. Alcune decine i delegati riuniti in presenza nella capitale messicana, mentre la maggioranza dei delegati (200 vescovi, 400 sacerdoti e religiosi, 400 laici) partecipa all’evento in modalità virtuale.
Secondo mons. Cabrejos, si tratta di un’assemblea storica, “perché, invece di aver tenuto la VI Conferenza generale dei vescovi, Papa Francesco ha proposto questa assemblea ecclesiale, composta da rappresentanti dell’intero Popolo di Dio”. Siamo di fronte “al passaggio da un’assemblea a cui partecipavano solo i vescovi, a un’assemblea pienamente ecclesiale”, ha insistito il presidente del Celam.
“Siamo uniti nella diversità dei ministeri e dei carismi”, ha aggiunto, spiegando che in tal modo si inaugura un nuovo organismo sinodale in ambito continentale, che colloca la collegialità episcopale all’interno della sinodalità ecclesiale, espressione del legame del vescovo con il Popolo di Dio nella sua Chiesa locale, e della concezione della Chiesa universale come ‘Chiesa delle Chiese locali’, presieduta in unità dal vescovo di Roma, cum Petro et sub Petro”.
Per mons. Cabrejos, si delinea così una “nuova Pentecoste”, non a caso nella “casa” della patrona del Continente. L’obiettivo è “accompagnare tutto il popolo di Dio in un’ora profondamente complessa e difficile”, dando priorità ai più vulnerabili. Alla luce del Vangelo del giorno, il presidente del Celam ha denunciato la rottura della comunione e della fraternità, che è presente “nell’iniquità; nella violenza diffusa; nelle false testimonianze di leader che abbandonano il senso del servizio delle proprie responsabilità; nella crisi senza precedenti della nostra casa comune, dove i prediletti del Signore sono i più colpiti”. Ancora, l’assemblea è interpellata dal dolore delle donne, “che hanno subito abusi o sistematica esclusione”, dai migranti spesso respinti.
Per l’assemblea che si apre, il presidente del Celam ha chiesto “il dono dell’ascolto, quello che ci porta a lasciare le nostre posizioni particolari ridotte, e ci avvicina ai fratelli e alle sorelle per cercare Dio in comune e in comunione”.