“Essere consacrati in un Istituto secolare non significa rifugiarsi in una ‘terra di mezzo’”. Lo ha detto Papa Francesco, incontrando oggi i membri dell’Istituto secolare Cooperatrici Oblate Missionarie dell’Immacolata (Comi), in occasione del 70° della nascita dell’Istituto e il 20° dell’approvazione pontificia. “Significa – ha spiegato il Papa – condividere pienamente, come Gesù, la condizione della gente comune, la quotidianità del lavoro, della casa, delle relazioni di vicinato, e così via, tutto animato dalla luce della fede, dal calore della carità, dall’orizzonte della speranza. È vivere lo spirito dell’Incarnazione nel tempo e nel luogo in cui Dio ci ha posto, assumendo la realtà con cuore aperto, per seminare l’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. L’Istituto è sorto per opera di padre Gaetano Liuzzo, che vi ha trasmesso il carisma di Sant’Eugenio di Mazenod, fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. “La vostra specificità è proprio quella di santificare le attività secolari per ricapitolare tutto in Cristo”, ha sottolineato Francesco. “Vivere come gli altri, in mezzo agli altri, nelle stesse professioni, negli stessi mestieri, nelle stesse difficoltà; però con un’unione tale a Dio che santifichi i progetti e le azioni”. Proprio perché totalmente presenti e impegnati nel mondo, “i membri degli Istituti secolari” possono “dare il loro contributo, con umiltà e coraggio, alla storia della salvezza, là dove le persone soffrono esclusione, emarginazione, sono lese nella loro dignità”.