Cosa sarebbe Prato della Valle se una colata di cemento ne coprisse la metà? A chiederselo è Luca Bortoli, direttore del settimanale della diocesi di Padova “La Difesa del popolo”, in apertura all’inchiesta Mappe, l’inserto mensile di otto pagine, in uscita domenica 21 novembre. “Sull’Isola Memmia niente più erba, alberi, statue e obelischi, ma case e condomini, piccoli e grandi capannoni, supermercati e strade, marciapiedi, parcheggi”, si risponde il direttore. Un’immagine iperbolica per suscitare un’altra domanda: che reazione avremmo se fossimo consapevoli che il 50% del territorio cittadino di Padova è davvero impermeabilizzato dall’espansione delle attività umane? È solo uno degli interrogativi che suscita l’inchiesta di Mappe di questo mese di novembre.
Dopo anni in testa alla classifica, il Veneto (682 ettari consumati l’anno scorso) cede la pole position alla Lombardia (765 ettari) e le città che più si sono date da fare sono state Vicenza (37 ettari), Roncade (29) e Sona (28). La nostra regione ha una superficie consumata per quasi il 12 per cento del suo territorio, esclusi fiumi, laghi e barene. Un dato che potrebbe sembrare basso, se non intervenisse il confronto con la realtà complessiva dell’Italia (7%) e dell’Unione europea (4%).
Il cemento rende fragile un territorio, quello veneto, che presenta già caratteristiche morfologiche molto particolari, spiega Andrea Crestani di Anbi Veneto, a “La Difesa del popolo”. Roberto Tognetti, di “Fondazione Riusiamo l’Italia”, racconta al settimanale diocesano com’è possibile dare una nuova vita alle carcasse di capannoni abbandonati e dismessi; Federico Della Puppa, responsabile di Smartland, entra nello specifico dei crediti edilizi; la senatrice Paola Nugnes e la consigliera regionale Silvia Rizzotto si soffermano sulle questioni legislative. L’infografica dell’inchiesta Mappe è stata realizzata dall’illustratore Giorgio Romagnoni.