“La giusta preoccupazione di impedire discriminazioni e violenze contro chiunque non deve produrre situazioni che sconvolgono la realtà profonda della persona umana così come è stata creata da Dio: maschio e femmina, con la vocazione a generare, nell’amore reciproco, nuovi figli di cui, per altro, la nostra società ha grave bisogno”. Lo ha detto l’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia della messa del tradizionale “Voto cittadino” e della festa solenne di Tutti i Santi, celebrata la sera del 31 ottobre nella basilica della Beata Vergine delle Grazie. “Continuano ad essere promosse, con tenacia, azioni culturali, sociali e politiche che, al di là delle intenzioni soggettive, vanno di fatto contro l’intangibile dignità della persona umana così come Dio, Creatore e Padre, l’ha pensata e voluta; quella dignità che viene prima della condizione fisica, psichica, sociale, economica della persona stessa”, ha esordito il presule richiamando il ddl Zan e augurandosi che “ci sia, da parte di tutte le forze politiche, una pausa responsabile di saggia riflessione quale è stata richiesta da tante voci autorevoli della Chiesa e della società italiana”.
Per quanto riguarda il referendum popolare “nel quale si chiede che non sia più perseguibile come reato il concorso all’omicidio di una persona che è consenziente, tranne che per alcune persone in stato di particolare fragilità”, Mazzocato ha avvertito: “È evidentemente un passo verso la fatale legalizzazione dell’eutanasia, del diritto cioè di sopprimere la vita di una persona umana, per quanto consenziente”.
Secondo il presule si tratta di coniugare “due esigenze fondamentali senza che il rispetto dell’una faccia dimenticare l’altra. Da una parte, c’è il dovere di soccorre, con pietà umana e cristiana, persone che si trovano in condizioni fisiche irrimediabilmente compromesse e in grande sofferenza. Dall’altra l’uomo non può toccare il principio morale non negoziabile che la vita di ogni persona è intangibile perché è sacra. Essa è nelle mani di Dio creatore e Padre e non in quelle, ahimè incerte, dell’uomo”.