Etiopia: reti Ong a governo italiano, “azione diplomatica per immediato cessate il fuoco e accesso aiuti umanitari in Tigray e zone limitrofe”

Gli scontri che da novembre dello scorso anno proseguono tra il Governo centrale e le milizie del partito al potere nella Regione, il Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf), e che vedono come terreno di battaglia sia il Tigray sia le regioni limitrofe, si sono intensificati negli ultimi giorni con raid aerei su diverse città, tra cui Mekelle e Adwa. La regione è isolata da mesi a causa delle restrizioni imposte alla consegna di beni di prima necessità attraverso l’unico corridoio umanitario disponibile: sono interrotte le comunicazioni, le forniture di generi alimentari e igienici, di medicine e di denaro. Non è consentito far entrare carburante nella regione, limitando così ulteriormente le operazioni umanitarie. Da venerdì 22 ottobre anche i pochi voli tra Addis Abeba e il Tigray messi a disposizione dalle Nazioni unite sono stati soppressi per mancanza di sicurezza dovuta alla presenza di azioni belliche aeree.
I dati Onu indicano che 5,2 milioni di persone sono bisognose di assistenza, di cui oltre 400mila versano in condizioni di carestia; inoltre, hanno rilevato che nella settimana dal 7 al 13 ottobre solo l’1% della popolazione civile che si trova nelle zone degli scontri ha avuto accesso agli aiuti alimentari.
Le reti delle Ong italiane Aoi, Cini e Link 2007 rivolgono un appello urgente al Governo italiano affinché promuova un’azione diplomatica insieme alla comunità internazionale nella direzione di un immediato cessate il fuoco, per permettere l’accesso agli aiuti umanitari in Tigray e nelle zone limitrofe e l’avvio di un dialogo orientato alla pacificazione.

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