Ottanta interpreti afghani dipendenti della Nato e assegnati all’esercito turco e le loro famiglie dichiarano di essere stati abbandonati sia dalla Nato e che dall’Ambasciata turca in Afghanistan. Il gruppo teme le vendette dei talebani. “Forse siete a conoscenza dell’uccisione di diversi interpreti e dipendenti stranieri da parte dei talebani, nessuno di noi è al sicuro, anche i nostri familiari sono in pericolo”. Così scrive, via WhatsApp, Ahmdi, un ex interprete Nato rimasto bloccato in Afghanistan, cercando disperatamente di attirare l’attenzione dei media internazionali. La notizia sta circolando, rilanciata da alcune agenzie e testate. “Ottanta dipendenti, tra interpreti, cuochi e addetti alle pulizie, della Nato sono rimasti bloccati in Afghanistan – denuncia –. Siamo tutti dipendenti Nato e siamo stati assegnati come interpreti all’esercito turco, lavoriamo per loro dal 2001”. A tutti gli ex dipendenti era stato promessa l’evacuazione, ma da tempo non hanno più indicazioni su un possibile piano di fuga. Gli ex interpreti sono costretti a nascondersi, senza poter tornare nelle proprie case e anche le loro famiglie sono in pericolo.
“All’inizio di luglio, prima che fosse avviato il programma di evacuazione, ho condiviso la nostra preoccupazione con l’Ambasciata turca e i rappresentanti della Turchia alla Nato. Ci hanno promesso che non ci avrebbero mai lasciati soli”, racconta Ahmdi. Quando poi è iniziato il programma di evacuazione, “abbiamo nuovamente espresso la nostra preoccupazione per la nostra sicurezza all’Ambasciata e ai funzionari della Nato”, scrive Ahmdi. Questa volta, però, “la loro risposta è cambiata, non è la stessa di luglio, ci hanno detto che non hanno un piano di evacuazione dei nostri interpreti”, prosegue Ahmdi. A quel punto gli ex dipendenti Nato hanno chiesto all’Ambasciata turca almeno di essere messi in contatto con un altro Paese. “Ho parlato diverse volte con l’Ambasciata turca. Mi hanno detto che non hanno nessun programma per la nostra evacuazione – spiega Ahmdi –. Ho anche detto: se non ne avete, per favore indirizzateci verso un altro Paese. Ma hanno risposto che non si può”.
Pochi giorni fa, Ahmdi ha chiesto ai colleghi di riunirsi in un luogo nascosto, per lanciare appelli alla Nato, la Turchia e gli Usa, da diffondere attraverso i media internazionali. “Non c’è tempo da perdere, è troppo difficile aspettare, abbiamo paura dei talebani, potete trasmettere questo messaggio a dei rappresentanti Nato? È urgente”, conclude Ahmdi.