“Quello che sta accadendo ai confini tra Bielorussia a la Polonia è inaudito ed offende la coscienza di ciascuno. Mai più la dignità di ogni essere venga calpestata”. Lo afferma il presidente del Centro studi “Giorgio La Pira” di Cassano all’Jonio. “Non basta più indignarsi, occorre fermare questo vero e proprio crimine, che si consuma ai danni di persone indifese”, denuncia Garofalo, secondo cui “la morte per freddo del bambino di nazionalità siriana, si spera, che possa toccare i cuori induriti di chi deve agire per far cessare questa vergogna, che avviene nel cuore dell’Europa, nata per la fratellanza e la concordia tra i popoli, ma che in queste ore, rischia di cadere sotto l’arroganza di governi, che usano i profughi come scudo per squallidi giochi di potere”. “Non consentire alle organizzazioni umanitarie di poter accedere alle aree dove sono ammassati i profughi sotto il freddo e il gelo – rimarca il presidente del Centro studi ‘La Pira’ – significa violare tutte le convenzioni che tutelano i diritti delle persone in gravissime difficoltà e in condizioni disumane. Evidentemente, la storia non ha insegnato niente se registriamo muri e fili spinati”. “Alle Ong e alla Caritas, va tutta la nostra riconoscenza per gli sforzi, che stanno compiendo in questo delicato momento, con la consapevolezza che è l’ora della responsabilità – conclude Garfalo –, al fine che questi cittadini inermi, possano essere raggiunti e ricevere l’assistenza necessaria”.