“Il 19 novembre di venti anni fa veniva uccisa in Afghanistan Maria Grazia Cutuli, giovane inviata del Corriere della Sera rimasta vittima di un commando terrorista insieme ad altri tre colleghi. La sua morte ha lasciato un vuoto profondo in chiunque ne abbia conosciuto lo spirito libero, la voce intelligente e coraggiosa, la tenacia e soprattutto la passione professionale, sempre e solo al servizio della verità, per quanto scomoda e rischiosa essa potesse essere”. Lo ha dichiarato il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, in occasione del 20° anniversario dell’uccisione della giornalista Maria Grazia Cutuli.
Per la seconda carica dello Stato, “a testimoniare ancora oggi la forza del suo messaggio ci sono una Fondazione istituita in suo nome, premi giornalistici, l’intitolazione di strade e scuole, segni tangibili di un riconoscimento all’impegno di una professionista dell’informazione, ma anche al suo esempio di determinazione e generosità che, ancora oggi, è fonte di ispirazione”. “Lo è, sicuramente, per il direttore della scuola di Jebrael, un villaggio vicino ad Herat, in Afghanistan, che con grande coraggio difende l’istituto a lei intitolato e divenuto oggetto, in questo periodo, di pesanti minacce e pressioni da parte dei talebani”, prosegue Fico. “Ma lo è anche per tutti i giornalisti che, con il loro bagaglio di ideali e con coraggio, operano negli scenari più rischiosi e difficili del pianeta con lo scopo di garantire una narrazione autentica e rigorosa della realtà, a costo di essere bersaglio di censura, aggressioni, carcere e addirittura di morte”. “Nei confronti di Maria Grazia Cutuli – conclude – abbiamo un dovere di riconoscenza che possiamo onorare solo impegnandoci nel difendere una piena libertà di espressione e di stampa, nel garantire sicurezza ai giornalisti ovunque si trovino e nel promuovere un’informazione responsabile che possa essere strumento di verità, di conoscenza, di giustizia, di vera democrazia”.