“Prendere coscienza di una realtà che forse conosciamo ma nella quale non riusciamo a entrare sino in fondo. Chiesa e istituzioni non possiamo accettare le condizioni di vita di tanti invisibili. Siamo qui a raccogliere le lacrime di Dio e di Gesù. Non basta solo una Chiesa ‘in uscita’, ci vogliono anche istituzioni ‘in uscita’”. Lo ha affermato oggi il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, durante la presentazione nel presidio Caritas di Marina di Acate dei risultati del progetto “Hold”, promosso dalle diocesi e dalle Caritas di Ragusa e Agrigento. È stata l’occasione per i rappresentanti di istituzioni civili, politiche, sanitarie e militari, associazioni di categoria e sindacati di oltrepassare i confini di un territorio “nel quale – sottolinea una nota – i diritti sanciti dalla Costituzione sembrano essere sospesi”. Rivolgendosi agli interlocutori, il vescovo ha esortato: “Dateci una mano e noi metteremo tutti noi stessi per riportare la speranza in chi l’ha già sotterrata”. Il prefetto Giuseppe Ranieri ha annunciato la convocazione al più presto di una conferenza permanente sull’immigrazione nella quale si possano affrontare “non con gli strumenti della repressione, ma proponendo un’economia premiale che spezzi le catene dell’economia illegale” i temi dell’integrazione che oggi le Caritas di Ragusa e Agrigento hanno voluto porre all’attenzione dell’intero territorio.
A Marina di Acate opera, dal 2014, il Progetto Presidio della Caritas “con gli operatori che offrono, in un territorio che per dieci mesi l’anno vive in quasi totale abbandono, servizi indispensabili, accompagnamento allo studio di bambini altrimenti destinati alla dispersione, assistenza legale e sanitaria”.