“In tanti Paesi, non in tutti, ci sono state queste ondate di casi e denunce. Noi non l’abbiamo avuta. Ma questo non dipende dal fatto che la Chiesa italiana stia spegnendo, trascurando o tacitando le vittime o le denunce”. Risponde così mons. Lorenzo Ghizzoni, presidente del Servizio nazionale della Cei per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, a chi ritiene che, rispetto a Paesi come Francia e Germania, in Italia questa piaga faccia fatica ad emergere in maniera così forte. “In realtà, anche in Italia questa piaga esisteva ed esiste. Nei Paesi citati – osserva l’arcivescovo -, le denunce, le segnalazioni e i ricordi del passato si sono manifestati in gran numero anche per una dinamica particolare di reazione a catena. Anche in Italia, ci sono stati vari casi di reato, ma non c’è stata l’ondata che si è abbattuta altrove”. E aggiunge: “Dalle notizie che raccogliamo in questi ultimi anni, molte diocesi si sono mosse e quando dei casi sono stati segnalati o denunciati, c’è stata una reazione di responsabilità ed un intervento secondo le norme e le Linee guida che ci siamo dati. Posso quindi dire con certezza che oggi in Italia questo si fa”. In un’intervista rilasciata al Sir, mons. Ghizzoni elenca le iniziative più importanti prese dai vescovi italiani per contrastare il fenomeno e rendere gli “ambienti” della Chiesa sicuri. “Abbiamo predisposto una rete di referenti, responsabili dei Servizi diocesani per la tutela dei minori, presenti ed operativi in tutte le diocesi italiane”. Sul sito del Servizio nazionale per la tutela dei minori è possibile trovare l’elenco di tutte le diocesi con i relativi numeri di telefono e le e-mail a cui ci si può rivolgere. “Noi pensiamo che anche grazie a questo tipo di iniziativa, verranno fuori casi nuovi e del passato. Il referente e il centro di ascolto, laddove è nato, sono garanzia che la Chiesa diocesana si rende disponibile ad ascoltare e accompagnare”. “Ci siamo dati poi delle Linee guida, approvate dai vescovi italiani che danno indicazioni forti”, prosegue Ghizzoni. “Uno di questi orientamenti, per esempio, è l’impegno morale dei vescovi a denunciare tutti coloro, compresi chierici e religiosi, che si sono macchiati di questo reato e a collaborare con la magistratura, in tutti i casi e sempre. È un impegno morale che va oltre la legge italiana”.