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Lettonia: celebrazione ecumenica per la festa dell’indipendenza. Mons. Stankevich (Riga) descrive il suo sogno per il Paese

“I grandi sogni sono un dono di Dio che mette nel cuore delle persone”: lo ha detto Zbignev Stankevich, arcivescovo di Riga, commentando le letture della celebrazione ecumenica nella cattedrale di Riga per la festa dell’indipendenza della Lettonia (18 novembre). E ha quindi condiviso il suo “sogno per la Lettonia”, che però è simile a quello di molti altri: innanzitutto, “una società inclusiva e di ascolto in cui nessuno venga tacciato non appena esprime un’opinione diversa dalla mia”. Stankevich sogna poi uno “sviluppo armonioso della Lettonia”: siccome “dove c’è Dio, c’è armonia e ordine”, “se ognuno di noi imparasse a coordinare le proprie azioni con almeno i Dieci Comandamenti, la nostra società ne guadagnerebbe infinitamente e questo potrebbe diventare la base per lo sviluppo di una Lettonia ideale”. Nel sogno dell’arcivescovo ci sono anche persone interiormente “forti”, il rispetto dei diritti umani e l’esercizio di diritti e libertà “in modo responsabile e nell’interazione con le altre persone”. Per una Lettonia da sogno c’è bisogno “di una cultura politica in cui le persone siano scelte non sulla base del partito, dell’appartenenza ideologica o a un gruppo economico, ma sulla base della competenza e delle qualità umane”. Un sogno è anche che ciascuno sia “pronto a mettersi in gioco per realizzare i sogni, a fare ogni giorno piccoli passi, superando la debolezza, l’insicurezza e la pigrizia”.

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