Economia: Milano, dialogo tra arcivescovo e direttore di sede della Banca d’Italia. Delpini, “contrastare la tendenza della finanza a diventare idolo”

Una finanza dove il denaro non è un fine bensì uno strumento in grado di promuovere coesione sociale, bene comune, sviluppo sostenibile. È la via da percorrere per immaginare “un modo diverso di abitare la terra”. E per arginare quelle “asimmetrie che la crisi economica, prima, la pandemia, poi, hanno contribuito ad aumentare”. È uno dei messaggi emersi dal dialogo tra l’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini e il direttore della sede di Milano di Banca d’Italia Giorgio Gobbi intervenuti oggi, nell’ambito di BookCity, alla presentazione del libro “Credito e responsabilità sociale”, curato dalla preside di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative Elena Beccalli e pubblicato dalla casa editrice “Vita e Pensiero”. “Il denaro, come la parola, è uno strumento di relazione, quando viene scambiato per un fine, assume le sembianze di un idolo e il sistema finanziario che lo adora diventa un gigante ammalato che divora tutto e rende i poveri più poveri”, ha detto mons. Delpini. “La lettura critica della vicenda contemporanea mette in evidenza il corrompersi delle relazioni stabilite con il denaro – ha osservato ancora Delpini -. L’asimmetria tra chi ha il denaro e di chi ha bisogno del denaro può sviluppare dinamiche perverse”. Tra le alternative proposte dall’arcivescovo per “contrastare l’idolatria” del denaro: l’invettiva dei profeti, ovvero persone che denunciano le “malefatte” del sistema idolatrico; l’intraprendenza popolare, con il recupero della “funzione relazionale”; una politica animata da “fiducia e determinazione”.
Ma il denaro è una medaglia dal doppio volto. L’avvertimento di Giorgio Gobbi è evitare che il credito da “strumento di crescita economica e sviluppo sociale possa trasformarsi in un vincolo soffocante degli individui e delle comunità”. L’aspetto della responsabilità sociale torna forte: “un’impresa che assume un livello eccessivo di indebitamento facendo leva sulla responsabilità limitata pone un danno potenziale alla collettività”, ha detto Gobbi.

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