“Siamo arrivati ad un punto in cui ci è chiesto di prendere decisioni importanti per l’avvenire del mondo. Decisioni che devono essere prese in molti ambiti di vita, dall’economia all’ambiente, alla politica, alle questioni sociali. Queste decisioni hanno sicuramente delle dimensioni tecniche che devono essere prese in considerazione, ma hanno anche delle dimensioni etiche che non possono essere né sottovalutate né dimenticate. In questo Documento, proponiamo alcune piste di riflessione e discernimento. Non è un documento moralizzatore quanto piuttosto un invito a parlarne e discuterne insieme”. Così Paul Dembinski, direttore dell’Observatoire de la Finance a Ginevra, presenta al Sir il documento, intitolato “Un sistema finanziario al servizio del bene comune in tempi di cambiamento sistemico”, pubblicato oggi dalla Commissione delle Conferenze episcopali dell’Ue (Comece). “Stiamo vivendo in un mondo e in un momento storico in cui molte cose stanno cambiando”, spiega il professore. “Si parla di trasformazioni sistemiche. Abbiamo quindi giudicato importante offrire punti di riflessione per confrontarci sulle questioni etiche che si pongono. Negli ultimi due decenni abbiamo imparato a camminare in un mondo in cui l’egoismo è predominante e la preoccupazione del guadagno immediato è estremamente forte. Tutto ciò a scapito della giustizia”. Nel Documento la proposta gira attorno al principio del “prendersi cura”, applicandolo ad ogni attività umana e ai diversi livelli, da “chi ci sta a fianco alla natura al partner commerciale, alla società. Si tratta di un’apertura etica importante”. Una proposta che sicuramente si scontra con una realtà di poteri economici e finanziari forti. “Siamo nell’ordine della speranza”, osserva Dembinski. “Ma anche consapevoli che in ciascuna istituzione, economica, finanziaria e politica lavorano delle persone. Sono le persone che prendono le decisioni, che possono fare la differenza e spingere le organizzazioni a intraprendere una via piuttosto che un’altra. Noi pertanto non rivolgiamo questa riflessione alle grandi strutture. La proponiamo alle persone che lavorano in queste strutture”.