“Siamo il Paese che, secondo solo al Giappone, ha la più alta incidenza di popolazione over 60, nel 2050 il rapporto supererà il 40%, sarebbe giusto quindi attrezzarsi in maniera adeguata creando un sistema di welfare che, anche attraverso la costruzione di reti di aiuto intorno alle persone fragili, intervenga sull’incremento dei servizi personalizzati e domiciliari migliorando le condizioni di vita di chi è avanti negli anni”.
Lo ha ricordato, stamattina, il presidente nazionale dell’Auser, nella relazione introduttiva del X Congresso nazionale dell’Auser “Tra presente e futuro, per una rinnovata visione sociale”, aperto a Roma oggi. “Dobbiamo accantonare la logica che la vecchiaia sia l’età dello scarto, come è successo in questa terribile pandemia virale, e costruire le condizioni perché gli anziani continuino a vivere nel proprio domicilio in ambienti a loro familiari, conosciuti, che rappresentino un riferimento importante e trasmettano sicurezza, in quartieri e città rese accoglienti e solidali”, l’invito. “Dobbiamo costruire le condizioni che mettano in grado le persone di poter continuare a vivere nel proprio domicilio, precondizione necessaria se vogliamo contrastare l’isolamento sociale, promuovere politiche per l’invecchiamento attivo, di supporto e aiuto alla non autosufficienza, attivando servizi domiciliari di qualità esigibili in tutto il territorio nazionale. Dobbiamo ripensare le abitazioni, i quartieri, le città in modo che siano agibili anche alle persone più fragili”, ha aggiunto il presidente dell’Auser.
“Dobbiamo provare a chiudere la stagione dell’emergenza affidando il futuro dell’Italia ad un’idea sociale che abbia al centro di tutte le politiche la persona in tutto l’arco della propria vita, attraverso un percorso dove i cittadini tutti possano partecipare con le proprie rappresentanze sia a livello nazionale che territoriale”, ha sostenuto Costa.