“Giuseppe, che è un falegname di Nazaret e che si fida del progetto di Dio sulla sua giovane promessa sposa e su di lui, ricorda alla Chiesa di fissare lo sguardo su ciò che il mondo ignora volutamente”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla figura del padre putativo di Gesù. “Cosa ci insegna Giuseppe?”, si è chiesto a braccio Francesco: “Guarda agli angoli, guarda alle ombre, guarda alle periferie, quello che il mondo non vuole. Egli ricorda a ciascuno di noi di dare importanza a ciò che gli altri scartano. In questo senso è davvero un maestro dell’essenziale: ci ricorda che ciò che davvero vale non attira la nostra attenzione, ma esige un paziente discernimento per essere scoperto e valorizzato. Scoprire quello che vale”. “Chiediamo a lui di intercedere affinché tutta la Chiesa recuperi questo sguardo, questa capacità di discernere e valutare l’essenziale”, l’invito: “Ripartiamo da Betlemme, ripartiamo da Nazaret.” “Vorrei oggi mandare un messaggio a tutti gli uomini e le donne che vivono le periferie geografiche più dimenticate del mondo o che vivono situazioni di marginalità esistenziale”, ha concluso il Papa: “Possiate trovare in San Giuseppe il testimone e il protettore a cui guardare. A lui possiamo rivolgerci con questa preghiera, fatta in casa ma uscita dal cuore: San Giuseppe, tu che sempre ti sei fidato di Dio, e hai fatto le tue scelte guidato dalla sua provvidenza, insegnaci a non contare tanto sui nostri progetti, ma sul suo disegno d’amore. Tu che vieni dalle periferie, aiutaci a convertire il nostro sguardo e a preferire ciò che il mondo scarta e mette ai margini. Conforta chi si sente solo e sostieni chi si impegna in silenzio per difendere la vita e la dignità umana. Amen”.