Il Centro Astalli esprime oggi “profondo cordoglio” per le 10 persone morte soffocate su una barca partita dalla Libia con a bordo un centinaio di migranti: “Ancora una volta ci troviamo di fronte a delle morti evitabili se l’Europa mostrasse al mondo di essere in grado di rispettare diritti e dignità di chi fugge in cerca di salvezza”. “Le politiche di esternalizzazione e le chiusure delle frontiere non fermano le migrazioni, ci rendono solo corresponsabili di morte e violenze – afferma padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli –. Nazionalismi e populismi in Europa e governi autoritari e illiberali nei Paesi Terzi tengono in ostaggio l’Unione europea che, divisa al suo interno, rimane ferma e indifferente mostrando debolezze e inadeguatezze sempre più strutturali nella gestione dei flussi migratori”. Secondo il Centro Astalli aprire le frontiere per una gestione legale ordinata e sicura è possibile: “Lo dimostrano le esperienze, ormai consolidate, di attivazione di canali legali da parte di organizzazioni umanitarie”. Per questo il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali “l’attivazione di quote di resettlement significative”, in aggiunta a “canali umanitari strutturali e numericamente adeguati per i rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni”. Ma anche “politiche che facilitino il ricongiungimento familiare e una seria politica di cooperazione allo sviluppo che non sia alibi per attivare politiche di chiusura”.