“Nel 2020, il canale di ricerca più proficuo per trovare lavoro è ancora il contatto con amici e parenti: lo dichiara il 36,5% degli occupati che hanno trovato lavoro negli ultimi 12 mesi (era il 38,2% nel 2019); tale quota sale a circa il 39% nelle regioni centro-meridionali, al 47,3% fra le persone che hanno conseguito al massimo la licenza media e al 43,0% fra gli stranieri”. Lo ha affermato Cristina Freguja, direttore della Direzione centrale per le statistiche sociali e il welfare dell’Istat, nel corso dell’audizione in Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati.
Stando ai dati diffusi risulta che l’anno scorso il 77,5% delle persone in cerca di lavoro si è rivolto a parenti, amici e conoscenti, valore in diminuzione rispetto a quello dell’anno precedente (81,9% nel 2019). Tale percentuale è superiore nel Mezzogiorno (80,7%) e fra gli uomini (79,1% rispetto al 75,7% delle donne); aumenta al crescere dell’età (80,7% per gli ultracinquantenni) e diminuisce al crescere del titolo di studio (dall’85% per chi ha conseguito la licenza media al 58,5% per chi è laureato).
Rispetto al 2019, nel 2020 è aumentata la quota di chi sostiene efficace l’essersi rivolto direttamente al datore di lavoro (20,4%, rispetto a 19,1%), azione diffusa soprattutto tra i giovani (23,4% nel 2020). Il ricorso al Centro per l’impiego (Cpi) è ritenuto il canale principale per trovare l’attuale lavoro soltanto dall’1,4% degli intervistati; tale quota scende all’1,2% nelle regioni del Centro-Nord e sale all’1,9% nel Mezzogiorno. “Il ricorso ai servizi offerti dalle Agenzie di intermediazione diverse dai Cpi – ha spiegato – sembra invece associato a risultati migliori: la quota di nuovi occupati che lo ritiene il canale più utile per trovare lavoro risulta del 5,0% e diventa l’8,3% nelle regioni settentrionali. L’utilità di tali Agenzie viene percepita soprattutto dagli stranieri (6,3%) e da chi ha conseguito un diploma di scuola secondaria superiore (6,4%)”. Infine, è cresciuta nel 2020 la rilevanza dei concorsi pubblici (dichiarati utili per trovare lavoro dall’8,0% degli occupati rispetto al 6,2% del 2019), canale diffuso tra le donne e i laureati (10,1% e 15,2% rispettivamente), soprattutto per i settori della sanità e dell’istruzione.