Dedicare le cinque settimane che precedono il Natale a sensibilizzare e preparare i fedeli perché la Chiesa sappia diventar veramente sinodale, cioè nella comunione, partecipazione e missione. È questo l’invito che l’arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba, mons. Roberto Carboni, ha rivolto ai quasi 250mila abitanti delle due diocesi unite nella sua persona. Precisa la consegna del presule ai parroci e ai responsabili delle famiglie religiose maschili e femminili presenti in diocesi e delle realtà ecclesiali: individuare uno/due persone (quando è possibile, un uomo e una donna) e inviare, entro il 27 novembre, i nominativi al coordinamento sinodale (sinodo.diocesi.al.or@gmail.com). I referenti individuati, che dovrebbero essere complessivamente per le due diocesi non meno di 150, frequenteranno un breve corso di aggiornamento-formazione per poi impegnarsi a tutti i livelli – parrocchiale, zonale associativo – nell’opera di consultazione possibilmente di tutti i fedeli.
Mons. Carboni delimita subito il campo del mandato dei referenti e gli obiettivi dell’operazione sinodale: “Non siamo chiamati a fare un nuovo Sinodo diocesano, già celebrato sia a Oristano (nel 2015) sia ad Ales-Terralba (nel 2014-2015) che ancora offrono e spunti importanti per la vita delle nostre Chiese, ma a recepire l’invito di Papa Francesco a partecipare al prossimo Sinodo dei vescovi, che prevede la consultazione del popolo di Dio per un ascolto dal basso, sul tema: ‘Per una chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione’”.
“È importante – aggiunge il vescovo – che il cammino sinodale sia pienamente integrato nell’attività ordinaria delle comunità e nella celebrazione dei tempi liturgici. Non si tratta di organizzare un lavoro macchinoso, né di dare uno stile sindacale, ma sinodale a quanto già facciamo, mettendoci in ascolto delle narrazioni, a partire dagli organismi di partecipazione, dai gruppi, negli ambienti di vita, coscienti che la realtà viene prima delle idee”. L’invito di mons. Carboni è chiaro: “Più che farsi prendere dall’affanno di dare risposte, è bene aver cura delle domande a partire dall’interrogativo di fondo proposto dal documento preparatorio, cioè come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale) quel ‘camminare insieme’ che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?”. Entro il 30 marzo 2022 i risultati di questa consultazione capillare dovranno essere trasmessi al vescovo che li invierà alla Cei.