Un appello all’Ue per “tenere fede ai suoi principi e porre fine alle drammatiche sofferenze sul confine tra Polonia e Bielorussia, dopo che l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati hanno recentemente ottenuto l’accesso ai migranti sul lato bielorusso del confine”. Lo rivolge Save the Children secondo cui “l’uso di cannoni ad acqua, granate stordenti e gas lacrimogeni da parte delle guardie di confine polacche per disperdere i migranti ieri è l’ultimo di una catena di eventi brutali avvenuti al confine, dove migliaia di persone, compresi i bambini, sono intrappolati da agosto. Le forze di sicurezza stanno impedendo alle persone di attraversare il confine e chiedere asilo, che è un diritto umano fondamentale”. Per l’Ong, “nelle ultime settimane, la situazione è diventata sempre più disperata. La crisi umanitaria in corso si sta deteriorando, con almeno 11 vittime su entrambi i lati del confine dall’inizio dell’emergenza, secondo quando riportato, compresi due bambini”, la cui morte è stata fortemente condannata da Save the Children. L’Ong sottolinea che “mentre l’Unione europea ha aumentato le sanzioni sulla Bielorussia, c’è stata poca o nessuna discussione su come affrontare la situazione umanitaria, o permettere alle persone di entrare nell’Ue”. “Invece, la Polonia ha deciso di costruire un muro permanente di cemento per prevenire i passaggi illegali in ingresso dalla Bielorussia, e l’Ue ha detto che è disposta a considerare il finanziamento dell’opera”, prosegue Save the Children.
“L’Ue e la Polonia hanno l’opportunità di salvare le vite delle persone, compresi i bambini, bloccate ai suoi confini”, afferma Inger Ashing, ceo di Save the Children International, secondo cui “è vergognoso che si discuta persino se farlo o meno, senza contare che l’attenzione è invece rivolta a respingere le persone disperate costruendo muri e usando cannoni ad acqua”. “Il cinico sfruttamento e maltrattamento di migranti e richiedenti asilo da parte della Bielorussia è spregevole”, ha proseguito Ashing, per il quale “c’è un modo chiaro per la Polonia e l’Ue di rispettare i loro valori morali più alti, ed è far entrare le persone al confine e consentire alle organizzazioni umanitarie di assisterli subito. La Bielorussia non è un Paese sicuro per queste persone, come ha dimostrato chiaramente quello che è successo in questi giorni”. “Per aiutare i bambini affamati, infreddoliti e disperati intrappolati al confine dell’Ue, prima di tutto bisogna offrire loro l’accesso al territorio europeo”, ammonisce Ashing. “In secondo luogo, invitiamo la Polonia a dare a noi e alle altre organizzazioni un accesso umanitario senza ostacoli per poter fornire ai bambini e alle famiglie cibo, riparo e protezione”, conclude.