“Un calcio all’esclusione”. È questo il titolo del progetto della diocesi di Roma nato attorno alla partita amichevole di calcio “Fratelli tutti”, tra la World Rom Organization e la “Squadra del Papa – Fratelli tutti”, in programma domenica 21 novembre, alle ore 14.30, presso il Training Center della Società Sportiva Lazio, a Formello (i cancelli saranno aperti alle ore 13 – l’ingresso è libero). Ad illustrarlo, durante la presentazione dell’evento, è stato mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma, definendolo un’occasione per “rafforzare un percorso virtuoso all’insegna dell’inclusione, per valorizzare le persone e abbattere le barriere di ogni tipo”. “La povertà sociale e quella educativa vanno di pari passo”, ha spiegato il vescovo facendo il caso della pandemia, dove “le persone più deboli socialmente sono state le più penalizzate4 anche dal punto di vista educativo”. Di qui l’importanza di “valorizzare le potenzialità delle persone, in particolare bambini e ragazzi, creando interconnessioni: in una città come Roma, infatti, una grandissima povertà è la povertà relazionale”. I rom non sono soltanto quelli dei campi, ha puntualizzato Ambarus: “A Roma ci sono 100 palazzi occupati, popolati da persone senza residenza, senza documenti, i disperati della nostra città. I rom che vivono nelle baracche sono il 10%, gli altri sono in mezzo a noi”. Ed è di tutti costoro che vuole occuparsi il progetto “Un calcio all’esclusione”: al termine della partita di domenica, infatti, andranno in beneficenza due palloni firmati dai giocatori della Lazio e dai giocatori della Juventus: il ricavato servirà a favorire l’inserimento di bambini e ragazzi rom nelle squadre di calcetto, a cominciare dagli oratori parrocchiali