Aids: Iss, dimezzate nel 2020 in Italia le nuove diagnosi, numero condizionato dalla pandemia. “Fare il test, diagnosi precoce è fondamentale”

Nel 2020, sono state segnalate 1.303 nuove diagnosi di infezione da Hiv, un numero ancora più ridotto rispetto ai casi già in progressiva diminuzione osservati negli ultimi dieci anni. “Rispetto al 2019 – commenta Barbara Suligoi, responsabile del Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità – il numero di nuove diagnosi Hiv del 2020 è quasi dimezzato e questo è molto probabilmente da ricondurre alla pandemia da Covid-19 e alle conseguenti restrizioni di circolazione e di aggregazione”.
L’incidenza osservata in Italia è stata inferiore rispetto all’incidenza media osservata tra le nazioni dell’Unione europea (2,2 vs. 3,3 nuovi casi per 100mila residenti). La quasi totalità dei casi (88%) è da attribuire a rapporti sessuali; la fascia d’età 25-29 anni è quella con la maggiore incidenza, più che doppia rispetto all’incidenza totale (5,5 vs. 2,2 nuovi casi per 100mila residenti).
“È fondamentale invitare le persone che si fossero esposte ad un contatto a rischio, in particolare nell’ultimo anno e mezzo, ad effettuare un test Hiv: questo periodo di restrizioni da Covid può aver impedito o scoraggiato molte persone a recarsi presso le strutture sanitarie dedicate”, si legge in una nota dell’Iss. In questo senso risultano estremamente utili le iniziative per effettuare il test Hiv in sedi extra ospedaliere ed informali, quali check-point, laboratori mobili, test in piazza, test rapidi, che eliminano le remore o la vergogna di rivolgersi ad una struttura sanitaria. “Dal 22 al 29 novembre – conclude Suligoi – si terrà la Settimana europea per i test Hiv ed epatiti virali, con iniziative gratuite di test in tante città italiane: un’occasione per fare il test Hiv senza stress”:

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