Durante il periodo 2010-2020, i funerali religiosi celebrati nella Chiesa di Svezia (protestanti) sono diminuiti dall’81 al 65% del numero totale di funerali nel Paese. Per contro i funerali civili sono aumentati dall’8 al 14%, mentre sono passate dal 2 all’11% le inumazioni o tumulazioni senza cerimonia. È quanto emerge da uno studio della Chiesa di Svezia che esamina i cambiamenti di abitudini degli svedesi riguardo ai funerali tra il 2010 e il 2020 (En “riktig” begravning. Förändringar i begravningsseden inom Svenska kyrkan 2010-2020). Dietro i numeri, diverse sottolineature nel rapporto: “L’enfasi sull’individualizzazione e sulla libertà di scelta della società odierna lascia la sua traccia anche sulle usanze funebri”. Si cerca quindi di personalizzare il più possibile l’ultimo saluto, scegliendo il luogo, la musica, la decorazione, la possibilità di maggiore partecipazione attiva dei presenti. Ed è proprio “la libertà di scelta, più che il voler evitare elementi religiosi, a rendere più comune l’alternativa della sepoltura civile”, evidenzia Kristina Helgesson Kjellin, che ha curato il rapporto. Lo dimostrerebbe anche il fatto che ci sono funerali civili che contengono chiari elementi cristiani, come inni e preghiere. Questo potrebbe significare per la Chiesa di Svezia pensare nuove forme che sappiano “tenere insieme la forza del rito e l’apertura a elementi più personalizzati”.
Un altro dato che emerge è che si diffondono siti di sepoltura alternativi al cimitero, nel caso della cremazione: per ragioni pratiche (non doversi occupare di una lapide), per la scelta di luoghi che “rispondano ai desideri del defunto e ai bisogni dei parenti”. Ovviamente la pandemia ha molto influito sulle abitudini anche funerarie e “sono sorte anche nuove forme di addio e di ringraziamento poiché le restrizioni hanno impedito ai parenti di riunirsi come di consueto durante il servizio funebre”.