Domani si celebrerà la Giornata mondiale dei poveri, istituita da Papa Francesco dopo il Giubileo della Misericordia. Il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) aderisce con convinzione all’iniziativa, “occasione per ricordare alle istituzioni e all’opinione pubblica mondiali la centralità dei temi della povertà e della disuguaglianza, acuiti dalla pandemia di Covid”.
“La lettera del Papa per la Quinta Giornata mondiale dei poveri trova gli associati del Cnca coinvolti a valorizzare quanto di grandioso i poveri della terra hanno da insegnare e da dare ai mondi che li rifiutano – dichiara Riccardo De Facci, presidente del Cnca –. Il Cnca, con la sua rete capillare di 260 organizzazioni attive in tutto il Paese, incontra quotidianamente bisogni e domande sociali che la pandemia ha fatto esplodere. L’insegnamento di Papa Francesco, con la sua visione sistemica, che tiene insieme questione sociale e questione ambientale, è un punto di riferimento essenziale per la nostra Federazione.”
“Il Cnca – continua De Facci – sta promuovendo diversi momenti di confronto e di approfondimento sui fenomeni della povertà e dell’esclusione. In primo luogo, abbiamo promosso una mappatura sui nuovi servizi attivati nella rete della Federazione durante la pandemia per nuovi o vecchi beneficiari. In secondo luogo, stiamo realizzando – in collaborazione con il Forum Disuguaglianze Diversità – una ricerca su come è cambiata la questione della disuguaglianza nell’epoca del Covid, individuando i determinanti sociali che hanno causato questo cambiamento”.
Inoltre, aggiunge il presidente del Cnca, “la Federazione valorizzerà i risultati di queste indagini all’interno di una più ampia riflessione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), in particolare per quanto riguarda la missione 5, quella relativa a inclusione e coesione sociale. Avanzeremo specifiche proposte alle istituzioni, insieme con altri soggetti e reti. Anche grazie a queste azioni il Cnca intende dotarsi di sguardi e strumenti nuovi per capire quali innovazioni di pensiero e di pratiche sono necessari dinanzi alla crisi sanitaria, sociale, economica e ambientale”.
“Continuiamo, insieme – conclude De Facci –, a mantenere alta la sfida che lanciamo ai governi e alle istituzioni mondiali e locali per realizzare un’esistenza più umana libera di mettere in comune le capacità proprie di ogni persona”.