Nel giornalismo, “il rischio è quello di lasciarsi schiacciare dalle notizie invece di riuscire a dare ad esse un senso”. A mettere in guardia da tale pericolo è stato il Papa, nel discorso pronunciato nella Sala del Concistoro in occasione dell’onorificenza pontificia conferita a due decani dei giornalisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede: Valentina Alazraki, di Televisa, e Philip Pullella, della Reuters. “Al giornalismo si arriva non tanto scegliendo un mestiere, quanto lanciandosi in una missione, un po’ come il medico, che studia e lavora perché nel mondo il male sia curato”, ha affermato Francesco: “La vostra missione è di spiegare il mondo, di renderlo meno oscuro, di far sì che chi vi abita ne abbia meno paura e guardi gli altri con maggiore consapevolezza, e anche con più fiducia. È una missione non facile. È complicato pensare, meditare, approfondire, fermarsi per raccogliere le idee e per studiare i contesti e i precedenti di una notizia”. Sono tre, per il Papa, i verbi del “buon giornalismo”: “ascoltare, approfondire, raccontare”.