“La Chiesa fa un museo perché le chiese non diventino musei”. Queste le parole con le quali il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, ha accompagnato l’inaugurazione del nuovo Museo diocesano avvenuta nel pomeriggio di ieri, alla vigilia della solennità di sant’Omobono, patrono della città e della diocesi. Alla cerimonia ha partecipato anche l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, che ha presieduto il momento della benedizione mentre la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, è intervenuta sul tema “Musei Vaticani, un viaggio fra storia, arte e fede”. Con questa realizzazione si vuole offrire – ha spiegato mons. Napolioni – “alle comunità cristiane la possibilità di diventare esse stesse opere d’arte a partire proprio dall’esperienza contemplativa delle meraviglie esposte, per far sì che anche oggi l’intuizione cristiana generi linguaggi e forme espressive capaci di parlare a tutti”.
Il nuovo Museo è realizzato all’interno del Palazzo episcopale che – ricorda una nota – vuole diventare sempre più casa di tutto il popolo di Dio, luogo di annuncio e racconto della fede. Il Museo si presenta come un prezioso scrigno d’arte e di fede capace di unire architettura storica e design contemporaneo negli oltre 1.400 metri quadrati di superficie che accolgono più di 120 opere, suddivise in 12 sale. Impreziosisce l’offerta del Museo Diocesano la collezione di arte sacra del cavalier Giovanni Arvedi e della moglie Luciana Buschini, convinti e appassionati sostenitori del progetto. “Pregusto l’esperienza contemplativa che, al cuore della nostra città e diocesi, sarà possibile a chi sosterà con fame di bellezza e di verità tra le meraviglie della fede cristiana”, ha affermato il vescovo, che si è detto “felice”, “perché così la casa del vescovo diventa sempre più casa di tutto il popolo di Dio, luogo di annuncio e racconto della fede”.