Biodigestore a Ponteselice: mons. Lagnese (Caserta), “necessario un dialogo sincero e costruttivo. Non possiamo più sbagliare!”

“In questo momento in cui è viva la discussione pubblica e ancora più lo scontro politico e pare sia difficile raggiungere un consenso unanime su una scelta unica, consapevole che, come Chiesa, non possiamo offrire soluzioni scientifiche o politiche, ritengo necessario auspicare un dialogo sincero e costruttivo, suggerendo come metodo risolutivo la Dottrina Sociale della Chiesa”. È quanto chiede mons. Pietro Lagnese, vescovo di Caserta, in un appello alle istituzioni e alle parti sociali. rispetto alla delicata questione del biodigestore, che si sta progettando nell’area di Ponteselice a Caserta.
“Prendo atto della necessità di dotarsi di impianti per lo smaltimento dei rifiuti per far fronte alla difficile gestione urbana e regionale di questa emergenza non più procrastinabile ed evitare altresì infiltrazioni criminali, tanto presenti in questo settore”, afferma il presule. Tuttavia, “bisogna anche tener conto di alcune criticità che possono emergere da tali realizzazioni e che maggiormente spaventano la cittadinanza e tutti noi: tra queste la sede scelta per l’impianto, a poca distanza dalla Reggia di Caserta, patrimonio dell’umanità, e dalla stazione ferroviaria, anche se altri insediamenti industriali già esistono; l’eventuale inquinamento odorigeno; l’impatto ambientale e paesaggistico; il traffico di mezzi pesanti per raggiungere la località. Non dimentichiamo, inoltre, che la nostra terra, ora tristemente nota come Terra dei Fuochi, è già stata troppo spesso maltrattata e inquinata, usurpata e trasformata in discarica a cielo aperto, in cui insieme alle sostanze inquinanti, si è diffusa una forte illegalità e corruzione”.
Il vescovo ricorda: “I dati emersi lo scorso febbraio dal rapporto promosso dalla Procura di Napoli Nord e dall’Istituto superiore di sanità ci parlano di un chiaro nesso di causalità tra la presenza di rifiuti tossici nei nostri territori e l’insorgenza di gravi patologie. Non sono perciò più ammissibili errori: la salute è un bene comune primario. Non possiamo più sbagliare!”. Per mons. Lagnese, “abbiamo invece bisogno, oggi più che mai, di scelte lungimiranti e politiche coraggiose che, spinte da una conversione ecologica, rispettino la nostra casa comune, la Madre Terra, tutelando così la nostra salute e la vita delle future generazioni”.
Di qui l’invito “ad un serio confronto che tenga conto dei possibili benefici e costi conseguenti, auspicando la migliore soluzione possibile”. Mi sembra inoltre importante sottolineare che “uno studio di impatto ambientale non dovrebbe essere successivo all’elaborazione di un progetto produttivo o di qualsiasi politica, piano o programma”, ma “preventivo”. “Auspico, pertanto, che tutte le parti coinvolte nel formulare una decisione abbiano a cuore il bene della nostra terra, dei nostri cittadini di oggi e di domani, incontrandosi per un confronto anche più e più volte. Allo stesso tempo invito tutti i credenti a sostenere con la preghiera le Istituzioni perché nelle loro risoluzioni agiscano, con intelligenza, nell’interesse esclusivo del bene comune”, conclude.

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