La voce dell’Africa è stata ben rappresentata – durante l’Annual Meeting di Medici con l’Africa Cuamm, che si è svolto oggi a Padova per festeggiare i 70 anni della ong – da Franck Houndjahone, pediatra Cuamm a Bangui: “La Repubblica Centrafricana è stata sempre colpita da guerre civili e crisi politiche. In queste condizioni i bambini sono stati vittime innocenti senza una sanità di qualità. Secondo l’Onu è un diritto ricevere una sanità di qualità e questo è il sogno per i bimbi in Repubblica Centrafricana. In questa situazione non facile, ci siamo molto impegnati nel dare qualità nell’assistenza sanitaria e appoggiare la formazione di personale sanitario, anche specializzandi in pediatria. Attualmente abbiamo visto che in 3 anni questo unico ospedale pediatrico del Paese è riuscito a ricoverare 57mila bambini (19mila all’anno circa). Se si fa un confronto con Padova e con l’Europa, c’è un divario enorme”.
“Speranza, riconciliazione, ripartenza: sono parole che mi stanno a cuore. Ripartenza è anche il tema di oggi. Nel 2004 sono partito da prete verso il Sud Sudan, per la prima volta. Oggi, dopo diversi anni di esperienza in Africa, posso dire che l’Africa già da ora può dare molto di più delle risorse materiali al mondo, può dare la forza e la potenzialità delle risorse umane che ha”, ha affermato mons. Cristian Carlassare, vescovo eletto di Rumbek, vittima di un attentato in Sud Sudan.
A conclusione, don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm ha invitato tutti a non avere paura del futuro e ad allargare il cuore e le braccia: “Non dobbiamo aver paura del futuro, dobbiamo aver fiducia e credere che la vita vada spesa, donata, senza mezze misure e sacrificata per costruire un mondo migliore. Se coltiviamo cuori grandi come quelli di Abrahm e Moses, due colleghi sud sudanesi che hanno perso la vita mentre svolgevano il loro lavoro, potremo superare ogni fatica, ogni dolore”.