Papa ad Assisi: “spesso la presenza dei poveri è vista con fastidio, invece di fare un serio esame di coscienza”

(Foto Vatican Media/SIR)

La Porziuncola è il luogo dove San Francesco “ha accolto Santa Chiara, i primi frati, e tanti poveri che venivano da lui. Con semplicità li riceveva come fratelli e sorelle, condividendo con loro ogni cosa”. Lo ha ricordato il Papa, nel discorso rivolto nello stesso luogo ai 550 poveri giunti da tutta Europa per “abbracciarlo” in vista della Giornata mondiale a loro dedicata, che si celebra dopodomani. “Ecco l’espressione più evangelica che siamo chiamati a fare nostra: l’accoglienza”, ha spiegato Francesco: “Accogliere significa aprire la porta, la porta della casa e la porta del cuore, e permettere a chi bussa di entrare. E che possa sentirsi a suo agio, non in soggezione: no, a suo agio, libero”. “Dove c’è un vero senso di fraternità, lì si vive anche l’esperienza sincera dell’accoglienza”, la tesi del Papa: ”Dove invece c’è la paura dell’altro, il disprezzo della sua vita, allora nasce il rifiuto, o peggio l’indifferenza, quel guardare da un’altra parte. L’accoglienza genera il senso di comunità; il rifiuto al contrario chiude nel proprio egoismo”. Poi la citazione di Madre Teresa, “che aveva fatto della sua vita un servizio all’accoglienza”: “Qual è l’accoglienza migliore? Il sorriso”. “Condividere un sorriso con chi è nel bisogno fa bene a tutt’e due, a me e all’altro”, ha garantito Francesco: “Il sorriso come espressione di simpatia, di tenerezza”. “Anche il sorriso ti coinvolge dopo, e tu non potresti allontanarti dalla persona a cui hai fatto un sorriso”, ha aggiunto a braccio. “Vi ringrazio, perché siete venuti qui da tanti Paesi diversi per vivere questa esperienza di incontro e di fede”, il tributo ai presenti: “Incontrarci è la prima cosa, cioè andare uno verso l’altro con il cuore aperto e la mano tesa. Sappiamo che ognuno di noi ha bisogno dell’altro, e anche la debolezza, se vissuta insieme, può diventare una forza che migliora il mondo. Spesso la presenza dei poveri è vista con fastidio e sopportata; a volte si sente dire che i responsabili della povertà sono i poveri! Un insulto in più, pur di non compiere un serio esame di coscienza sui propri atti, sull’ingiustizia di alcune leggi e provvedimenti economici, sull’ipocrisia di chi vuole arricchirsi a dismisura, si getta la colpa sulle spalle dei più deboli”.

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