Costruire un modello di intervento “Extrapulita per l’Italia” concreto, modulare e replicabile; valorizzare il volontariato, la partecipazione civica e lo scambio di buone prassi; riattivare le persone con fragilità di lunga data o che hanno temporaneamente perso il lavoro a causa del Covid-19; realizzare un cantiere “diffuso e decentrato” nei quartieri della città al fine di tutelare la “bellezza” tramite interventi di rigenerazione urbana a servizio della cittadinanza; educare la comunità al valore economico e sociale della cura del “bello” attraverso varie modalità comunicative e iniziative a livello territoriale. Sono le finalità del progetto nazionale “Custodi del Bello”, rivolto a persone in condizione di fragilità che, grazie alla cura di aree pubbliche come parchi, giardini, strade e piazze, vengono reinserite nella comunità e nel mondo del lavoro.
Il progetto nazionale, che è stato presentato oggi a Brescia, è nato dalla collaborazione tra Consorzio Communitas – una rete di 23 realtà non profit distribuite sul territorio nazionale, che dal 2009 opera in stretta collaborazione con Caritas Italiana e le Caritas diocesane con l’obiettivo di assistere e accompagnare persone vulnerabili in percorsi di integrazione sociale -, Fondazione Angeli del Bello e Associazione Extrapulita: tre realtà del Terzo Settore che hanno deciso di investire su questa azione nazionale, che ha ricevuto anche il sostegno di Caritas Italiana. Per Brescia il progetto coinvolge Fondazione Opera Caritas San Martino, Comune di Brescia, Associazione Dignità e Lavoro, Cooperativa Essere, Cooperativa sociale Kemay, parrocchie e consigli di quartiere.
Gli aspetti qualificanti del progetto sono la “sussidiarietà orizzontale” con una “gestione condivisa e partecipata dei beni comuni grazie al coinvolgimento della società civile”; “diversity management”, cioè un “approccio gestionale caratterizzato dal riconoscimento e dalla valorizzazione delle diversità”; “coesione ed ecologia”, ossia un “approccio ecologico chiesto da Papa Francesco per ripensare la nostra società, affinché non produca più scarti e ‘non lasci indietro nessuno’”.
“Il progetto – chiarisce una nota – prevede l’animazione delle comunità attraverso l’attivazione del volontariato e l’individuazione di interventi di cura del bello da realizzare nei vari territori. Questo avviene tramite l’organizzazione di squadre di persone fragili, italiane e straniere, che operano sul territorio cittadino per prendersi cura dell’ambiente e del decoro urbano, con accurato presidio, pulizia e manutenzione dei luoghi, e che vengono inseriti in un percorso formativo e professionale volto alla riattivazione socio-lavorativa”.