Nel 2020 la rete della Caritas di Fermo, grazie all’impegno di tanti volontari, ha realizzato 13.587 interventi di aiuto, che riguardano principalmente la distribuzione di pacchi viveri (11.100), colloqui di ascolto (645), distribuzione del vestiario e igiene personale (702), interventi economici per affitto e pagamento di bollette e/o piccole spese (618). Le persone che si sono rivolte alla Caritas sono state in totale 1.812. È quanto si legge nel report 2020 della Caritas di Fermo. “La povertà non è solo economica spesso causata dalla mancanza di reddito o di lavoro: è isolamento, solitudine, fragilità, paura del futuro, precarietà lavorativa – afferma Barbara Moschettoni, neo-direttore della Caritas diocesana -. Il Report evidenzia le conseguenze della pandemia e della crisi che colpisce ancora il distretto calzaturiero e la situazioni di disoccupazione”, come pure la situazione “delle donne schiacciate tra le difficoltà occupazionali, frammentazione dei legali familiari e sociali, disagio abitativo legato al mercato degli affitti ormai squilibrato ed inadeguato, le povertà educativa e l’invecchiamento della popolazione con nuove fragilità che emergono”. Per la Caritas di Fermo un ambito di intervento importante rimane quello legato al disagio economico ed in particolare al disagio abitativo e alla povertà estrema. Tra le attività dedicate al mondo del lavoro, lo sportello lavoro e gli inserimenti lavorativi realizzati attraverso il progetto Plus con l’attivazione di tirocini formativi. La diocesi di Fermo ha anche confermato l’impegno per Progetto Policoro e per il Servizio civile nazionale, con 26 giovani impegnati nelle parrocchie in progetti a favore delle persone in povertà alimentare e/o economica o nella vicinanza ed aiuto agli anziani e ad altri giovani e ragazzi. L’attenzione alla funzione educativa è alla base del progetto sperimentale “Il baule dei sogni” dedicato ai giovani e ragazzi (da 16 a 35 anni) residenti nelle zone colpite dal terremoto, con 10 giovani aiutati.