“Nei momenti di difficoltà, siamo – come dice S. Agostino – come la barca nei momenti della tempesta: sveglia Cristo che dorme, tu sei nella tempesta ma lui è presente!”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, che nell’ultima catechesi dedicata alla Lettera ai Galati e pronunciata in Aula Paolo VI ha citato l’episodio evangelico della tempesta sul lago, nel commento di Sant’Agostino, che recita così: “La fede di Cristo nel tuo cuore è come Cristo nella barca. Ascolti insulti, ti affatichi, sei sconvolto, e Cristo dorme. Risveglia Cristo, scuoti la tua fede! Persino nel turbamento sei in grado di fare qualcosa. Scuoti la tua fede”. “L’unica cosa che possiamo fare nei momenti brutti è svegliare Cristo, che è dentro di noi, come nella barca”, il commento a braccio di Francesco: “È proprio così. Dobbiamo risvegliare Cristo nel nostro cuore e solo allora potremo contemplare le cose con il suo sguardo, perché lui vede oltre la tempesta. Attraverso quel suo sguardo sereno, possiamo vedere un panorama che, da soli, non è neppure pensabile scorgere”. Al termine di questo itinerario di catechesi, mi pare che possa nascere in noi un duplice atteggiamento”, ha fatto notare il Papa: “Da una parte, l’insegnamento dell’apostolo genera in noi entusiasmo; ci sentiamo spinti a seguire subito la via della libertà, a camminare secondo lo Spirito. Ci fa liberi”. “Dall’altra parte, siamo consapevoli dei nostri limiti, perché tocchiamo con mano ogni giorno quanto facciamo fatica ad essere docili allo Spirito, ad assecondare la sua benefica azione”, l’analisi di Francesco: “Allora può sopraggiungere la stanchezza che frena l’entusiasmo. Ci si sente scoraggiati, deboli, a volte emarginati rispetto allo stile di vita secondo la mentalità mondana. Sant’Agostino ci suggerisce come reagire in questa situazione”.