Lavoro: Mattarella, “il futuro del nostro Paese sul capitale umano che si fonda”. “Precarietà e frammentarietà dei contratti aumentano le diseguaglianze”

“La nostra Costituzione, con saggezza, ha collocato il lavoro alla base della Repubblica. La Repubblica fondata sul lavoro non è il sogno di un tempo passato. È una sfida sempre attuale, esigente, che dobbiamo saper affrontare senza sottrarci alle necessarie innovazioni, anzi procedendo alla velocità del mondo globale”. Lo ha affermato oggi pomeriggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla cerimonia di consegna delle “Stelle al Merito del lavoro” ai nuovi maestri del lavoro nominati il 1° maggio 2020 e 2021.
“È sul capitale umano che si fonda il futuro del nostro Paese. Dunque sui lavoratori, di ogni ambito e carattere”, ha ammonito il Capo dello Stato che, poi, ha ribadito come “la preziosa campagna di vaccinazioni ci fa sentire avviati, pur con le difficoltà attuali, su un percorso di rilancio”. “La ripartenza è cominciata”, ha osservato Mattarella, aggiungendo che “registriamo un forte rimbalzo della nostra economia, con una crescita stimata superiore alle previsioni di qualche mese or sono”. “Anche il mercato del lavoro segna un significativo recupero. Con tanti dati positivi e promettenti”, ha aggiunto, soffermandosi sul fatto che “le luci, tuttavia, evidenziano anche le ombre. Mezzo milione di occupati in più secondo i dati Istat del mese di settembre sono rilevanti, eppure mancano ancora trecentomila posti di lavoro per raggiungere il livello di occupazione pre-pandemia, che già richiedeva integrazioni”. Per Mattarella, “bisogna evitare che si accentuino quei caratteri critici del nostro mercato del lavoro, che già in anni recenti hanno rappresentato un freno sia in termini di qualità, sia quanto alla capacità complessiva di competere del sistema-Paese. La precarietà e frammentarietà dei contratti aumenta infatti le diseguaglianze, traducendosi spesso in retribuzioni insufficienti e in un allargamento della platea dei ‘poveri da lavoro’, con salari bassi, lavori intermittenti e part-time involontari”.

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