Amnesty international ha raccolto e diffuso le testimonianze di 16 donne della regione etiopica di Amhara, le quali hanno riferito di essere state stuprate dai combattenti del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) intorno alla metà di agosto del 2021. Nel corso dell’offensiva contro le regioni di Ahmara e Afar, il Tplf ha occupato per nove giorni, dal 12 al 21 agosto, la città di Nifas Mewcha. Le autorità locali hanno riferito che oltre 70 donne hanno denunciato di essere state stuprate. Quattordici delle 16 donne che hanno denunciato ad Amnesty di aver subito violenza sessuale sono state sottoposte a stupri di gruppo. Secondo l’organizzazione per i diritti umani “si tratta di crimini di guerra e, potenzialmente, anche di crimini contro l’umanità”. Le sopravvissute hanno identificato i responsabili come combattenti tigrini a causa del loro accento, degli insulti su base etnica contro gli amhara e anche per il fatto che dichiaravano apertamente di appartenere al Tplf. Dopo aver violentato le donne, i combattenti del Tplf hanno fatto razzia di cibo, denaro, gioielli, telefoni cellulari. Cinque delle 16 donne intervistate da Amnesty hanno sviluppato problemi di salute fisica e mentale. Una di loro, 20 anni, è rimasta incinta a seguito dello stupro ma non riceve cure mediche, come tutte le altre, anche perché l’Ong specializzata in questo settore non può entrare nella regione per motivi di sicurezza e a causa dell’ostilità del governo centrale nei confronti dell’assistenza umanitaria. Amnesty ha sollecitato la dirigenza del Tplf a “porre immediatamente fine a queste gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e a impartire ordini precisi che queste azioni non saranno tollerate”.