Anche quest’anno la città di Genova ha attivato una rete di accoglienza notturna di emergenza per togliere dal freddo della strada le persone senza dimora. Il servizio, partito a novembre, rimarrà attivo fine al prossimo aprile. È coordinato da Caritas Genova, con la collaborazione degli enti di carità della diocesi. L’obiettivo, spiegano i promotori, è “promuovere un incremento dei posti letto per far sì che il maggior numero di persone possibile possa trovare un luogo caldo, protetto e sicuro”. “Per quest’anno siamo in fase di strutturazione e i numeri di posti letto definitivi non sono ancora certi”, spiega Monica Boccardo, responsabile dello sportello di accoglienza di Caritas Genova e coordinatrice del servizio Emergenza freddo. “Lo scorso anno – ha spiegato – la Caritas diocesana aveva approntato 20 posti in camere singole al Fassolo, il Comune di Genova altri 20 al Massoero, gestiti da Afet Aquilone, mentre il Ceis Genova aveva allestito 14 posti a S. Fruttuoso”. Oltre a questi posti, si aggiungono quelli dell’accoglienza ordinaria, presso il Massoero e presso Fondazione Auxilium e Coop. sociale Il Melograno, San Marcellino, Ceis Genova, parrocchia San Giuseppe e Padre Santo di Nervi, alcune suore collegate con Caritas. Lo scorso anno i posti sono stati occupati praticamente sempre dalle stesse persone, perché con la fase acuta del Covid non si poteva assegnare posti letto a persone sempre diverse. “In strada – ha aggiunto Boccardo – restano mediamente 40 persone a cui i Gruppi di strada serali e notturni si impegnano a portare cura, protezione, amicizia”. Come ogni anno, Caritas lancia sempre due appelli: uno per raccogliere coperte e sacchi a pelo per chi resta in strada e l’altro per il fabbisogno di volontari per coprire le notti. “In entrambi i casi – ha sottolineato la responsabile del servizio – le risposte sono state davvero significative. Sono il segno dell’esistenza di una società che pensa come una comunità. I sacchi a pelo sono giunti numerosi, così come le coperte, di ottima fattura, a volte prodotte a mano, pulite, sanificate, impacchettate. Quanto ai volontari per coprire le notti, si sono fatte avanti persone già impegnate negli scorsi anni ma soprattutto tanti nuovi volontari. Parliamo anche di coppie di fidanzati e sposi che si sono assunte questo impegno come gesto di condivisione con gli altri e di crescita come famiglia”.