È durata circa mezz’ora l’udienza concessa dal Papa al primo ministro di Malta, Robert Abela, il quale si è successivamente incontrato con il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato – informa la Sala Stampa della Santa Sede – sono stati sottolineati i buoni rapporti bilaterali e la proficua collaborazione tra la Chiesa e lo Stato. Ci si è soffermati sul contributo del cristianesimo alla storia, alla cultura e alla vita del popolo maltese, e sull’impegno della Chiesa in favore dello sviluppo umano e sociale del Paese, specialmente in campo educativo e assistenziale”. “Sono state quindi trattate – si legge ancora nel comunicato – tematiche di comune interesse, quali le migrazioni, che vedono fortemente impegnati la Chiesa e il Governo, e alcune questioni di carattere etico”. Nel prosieguo della conversazione, infine, “si è fatto riferimento alla situazione europea ed internazionale, con particolare attenzione alla regione del Mediterraneo, nonché all’importanza del dialogo ecumenico e interreligioso nell’edificazione della pace e della fraternità tra i popoli”. Al termine dell’udienza, il Papa – oltre ai volumi dei documenti papali, al Messaggio per la pace di quest’anno e al Documento sulla fratellanza umana – ha donato al premier maltese una fusione in bronzo raffigurante due mani che si stringono, sullo sfondo del colonnato i San Pietro, con una donna con bambino e una nave di migranti e la scritta: “Riempiamo le mani di altre mani”. Il primo ministro ha donato invece al Santo Padre un’icona raffigurante san Paolo e san Publio, con la relativa spiegazione, ed alcune coperte destinate a bisognosi e senza tetto, a testimonianza di un’iniziativa portata avanti dal primo ministro e dalla sua famiglia.