Pace e salute vanno di pari passo in tutto il mondo ed in particolare, questo legame si sente forte nei Paesi fragili. Amref Italia – parte della più grande organizzazione sanitaria africana, che opera in Africa – crede nei valori promossi dalla Marcia della pace: pace, diritti umani, uguaglianza, democrazia, solidarietà, dignità, libertà, giustizia, fraternità. “Sono quelli per i quali lavoriamo ogni giorno”, afferma Paola Crestani, presidente di Amref Health Africa-Italia. L’organizzazione prenderà parte alla Marcia che si svolgerà tra Perugia ed Assisi, il 10 ottobre.
Tema di quest’anno “La cura è il nuovo nome della pace”, afferma Crestani: “Amref non poteva non esserci. Da più di 60 anni ci occupiamo della cura delle comunità più vulnerabili dell’Africa, cura intesa non solo come cura delle malattie ma come attenzione particolare a ciascuno perché possa vivere in salute e benessere”. “La guerra – prosegue –, il contrario della pace, ciò che uccide e annienta, non è solo quella che si combatte con le armi. Si muore anche e soprattutto per l’iniquità che causa la mancanza di cure. Lo vediamo oggi con una profonda disparità tra Paesi ad alto e basso reddito, dove in questi ultimi le percentuali di vaccinati sono bassissime, per problemi legati alla disponibilità del vaccino soprattutto”, e manca l’accesso ai più elementari diritti come quello al cibo o all’acqua pulita. “Promuovere la salute e la cura vuol dire quindi promuovere la pace”.
Amref parteciperà alla Marcia per testimoniare l’impegno quotidiano per “costruire la pace attraverso la cura, specialmente di chi è più fragile, emarginato e vulnerabile”. E non solo in Africa ma anche in Italia. “Attraverso la salute, che garantiamo ogni anno ad oltre 11 milioni di persone in Africa, siamo convinti di lavorare un terreno fertile per la pace”; ma anche attraverso la “scuola di formazione di operatori sanitari in Sud Sudan” dove “convivono giovani da tutto il Paese, e di tutte le etnie, che lavoreranno domani fianco a fianco per migliorare gli indici di salute del proprio Stato”.