Mentre scoppiava il contenzioso tra Bruxelles e Polonia sulla prevalenza dei diritto comunitario rispetto a quello nazionale e sulle iniziative legislative polacche discriminatorie nei confronti della comunità Lgbtq, il presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce), il belga Rik Daems, si trovava in Polonia per una serie di incontri di alto livello. Una nota diffusa oggi riferisce che Daems ha incontrato anche i presidenti di entrambe le Camere del Parlamento polacco (sejm e senato), ha avuto colloqui con il ministro degli Affari esteri, Zbigniew Rau, e altri alti funzionari del governo. Ieri Daems è intervenuto al Senato toccando diversi temi, a partire dall’attuazione della Convenzione di Istanbul in Polonia, ma anche quello della riforma del sistema giudiziario, e ha sottolineato che “tali riforme dovrebbero rispettare e rafforzare l’indipendenza della magistratura e lo stato di diritto”. Non sono mancati gli inviti da parte di Daems a “sostenere una legislazione più forte contro l’odio e la discriminazione in Polonia” e la condanna per la situazione dei migranti abbandonati a se stessi sul confine tra Polonia e Bielorussia: una situazione, ha detto il presidente dell’Apce, che deve essere affrontata con urgenza “in modo olistico e integrato attraverso i mezzi di una maggiore cooperazione regionale ed europea, nel pieno rispetto dei diritti umani e dei principi umanitari, nonché del diritto dei rifugiati e del diritto a chiedere asilo”. Tra gli incontri, anche quello con Svetlana Tsikhanouskaya, leader dell’opposizione bielorussa, per un confronto sulle modalità per stimolare la trasformazione democratica in Bielorussia.