“Se non agiamo, la crisi climatica non svanirà – anzi, peggiorerà. Le generazioni future ci giudicheranno a seconda della rapidità e dalla convinzione con cui sapremo rispondere a questa emergenza”. Lo ha affermato questa mattina il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, intervenendo a Palazzo Madama all’apertura della 7ª Conferenza dei presidenti dei Parlamenti dei Paesi del G20.
Ricordando che “i Parlamenti sono al centro della risposta globale ai cambiamenti climatici”, il premier ha osservato che “potete contribuire ad assicurare una distribuzione dei fondi a sostegno delle politiche sul clima giusta ed efficace. E vigilare in maniera attenta su ciò che i Governi fanno – o non fanno – per affrontare la crisi climatica”. “I Paesi del G20 sono responsabili per il 75% delle emissioni globali”, ha sottolineato Draghi, secondo cui “tutti insieme, dobbiamo guidare gli sforzi per ridurle e per accelerare la transizione energetica”. “Voi Parlamenti – ha esortato – dovete spingerci a mantenere l’impegno che abbiamo preso collettivamente per limitare l’aumento delle temperature entro un grado e mezzo sopra i livelli pre-industriali”.
Parlando poco prima della necessità di “favorire una ripresa equa e sostenibile”, il premier ha sottolineato che “l’Ocse prevede che l’economia globale crescerà del 5,7% quest’anno e del 4,5% nel 2022”. Ma “la ripresa è ancora fragile e disomogenea, anche a causa della diversa intensità nelle risposte di politica economica alla crisi”. La divergenza tra economie avanzate e Paesi poveri o emergenti, secondo Draghi, “rischia di cancellare anni di progressi nella lotta contro la povertà e le diseguaglianze globali”. L’invito ai Parlamenti è quello di promuovere “provvedimenti che rilancino gli investimenti, rimuovano ostacoli alla crescita e aiutino economicamente i Paesi più fragili. Dobbiamo impegnarci, tutti insieme, per una ripresa dell’economia globale sostenuta, durevole, e che non lasci indietro nessuno”.