“Il mondo ha bisogno, oggi più che mai, di costruire ponti di collaborazione e d’incontro tra i popoli”. Lo ha detto Mohamed Eldwainy, Sheykh vicario del Grande Imam di al-Azhar, intervenendo a Roma alla cerimonia di apertura dell’Incontro internazionale per la pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Eldwainy ha ribadito come come l’Università di Al-Azhar, punto di riferimento del mondo sunnita, “respinge la teoria dello scontro di civiltà, e chiama ad una pace genuina tra gli uomini” e soprattutto si impegna per “il consolidamento dei valori della convivenza, l’accettazione dell’altro, il rifiuto della violenza, la lotta contro l’estremismo, il rafforzamento dei pilastri della cittadinanza e l’adozione di un dialogo genuino che investa nel pluralismo intellettuale e nella diversità culturale, riconosca le identità e le specificità e rispetti i simboli (religiosi) e ciò che è sacro”. “Il coronavirus – ha quindi proseguito – ha colto tutti di sorpresa, senza chiedere permesso, e senza distinzione tra un luogo e un altro, tra una nazione e un’altra”. Ha soprattutto dimostrato che “la globalizzazione che divide i popoli è solo un grande inganno, e che lo scontro di civiltà che viene promosso è una grande menzogna”; che “la civiltà non riguarda un popolo ed esclude altri, perché è il prodotto dell’umanità intera, e ha dimostrato che l’alternativa alla globalizzazione soffocante e lo scontro presunto è l’incontro fecondo delle idee e il dialogo tra le civiltà”.